31 marzo 2006

Prologo : La morte di Alexander (prima seduta 29/03/2006 - prima parte)


Era successo tutto troppo in fretta. Una vibrazione nell'essenza, un brivido nei loro cuori, un richiamo primordiale. La sensazione era esplosa nei membri del branco. E il suo significato era semplice: sono a casa.
Non avevano mai avvertito un richiamo così forte, e non avevano mai avvertito un sentimento più malinconico di quello. Alexander, il capo branco, era tornato, dopo un mese di assenza.
La corsa nella cantina del B.I.T.E. di Rosana ed Anya fu inevitabile. E inevitabile fu anche il senso di orrore e impotenza davanti al corpo ferito e morente del capo branco.
Rosana si avvicinò, tremante, al grande lupo bianco disteso a terra.
"Alexander..." la voce rotta dal pianto.
Di rimando, il lupo incominciò a cambiare forma e disteso a terra apparve l'uomo dietro la bestia, il mentore e padre di tutti loro, mortalmente ferito all'addome e privo di un occhio e di un braccio. Rosana ed Anya accorsero subito ad abbracciarlo, il suo corpo era molto freddo e le ferite troppo profonde, doveva aver combattuto fino all'ultimo e seppur ridotto in quello stato, era riuscito a sfuggire ai suoi assalitori.
"Miei cuccioli, quanto mi siete mancati..." La voce profonda e roca riempiva il silenzio , interrotto dai singhiozzi di Rosana ed Anya, che lo coccolavano, leccando le ferite in un inutile tentativo di rigenerarle, mentre Grigor prorompeva dalla porta della cantina.
"Che diavolo è successo? Oh...Cristo..."
"Grigor....quante volte te l'ho ripetuto di avere rispetto per le religioni degli uomini?" la frase, pronunciata con un sorriso stentato, faceva sembrare a Grigor che quello che vedeva era solo un illusione. In realtà Alexander non era in punto di morte davanti a lui, ma era fiero e in forze, come l'aveva sempre visto, non era possibile che qualcuno avesse avuto la forza di ridurlo così.
"Grigor, cerca gli altri, non ho molto tempo."
Grigor chiuse gli occhi, espandendo tutti i suoi sensi, e come era ormai abituato a fare, cercò con lo spirito i suoi compagni, per avvertire la loro posizione. Trovò in fretta Sergej, intento a scendere le rampe di scale dagli appartamenti sopra il B.I.T.E., mentre impiegò qualche secondo a rintracciare la posizione di Markus che si trovava poco lontano dai confini del territorio, in quanto intento a pattugliarli, diretto verso di loro.
"Stanno arrivando Alexander, saranno qui fra poco."
"Molto bene..." pesanti colpi di tosse conclusero la frase.

Il primo ad arrivare fu Sergej, il cucciolo più giovane del branco, che alla vista del padre non riuscì a trattenere le lacrime e, barcollante, si lasciò cadere sulle ginocchia, mentre al suo arrivo, Markus il più anziano del branco, rimase impassibile, lo sguardo rivolto sul corpo di Alexander, gli occhi fissi e i pugni serrati.
"Padre..." mormorò "chi ti ha ridotto in questo stato?"
"Ascoltami, Markus...e ascoltatemi voi tutti. I Puri erano troppo vicini a me...e questo li rendeva troppo vicini a voi. Non potevo permettere che gli errori del mio passato ricadessero sul vostro futuro. Non potevo permettere che il mio sangue macchiato di infamia, rendesse sporco il vostro. Così ho dato loro quello che volevano. Vendetta. Vendetta su di me, e sui rinnegati..."
"Ora siete liberi, non pensate alla vendetta, perchè essa morirà stanotte, insieme a me. Non vi muoverete mai per Vendetta, ma per Giustizia, non caccierete mai per il piacere, ma per la difesa di voi stessi e del territorio, non cedete alla Furia, o essa vi dominerà...E ricordate... non siete uomini che si trasformano in Lupi, ma Lupi che si nascondono tra gli uomini"
Il silenzio. Tutto d'un tratto il silenzio. Niente più respiro affannoso. Niente più tosse e brividi incontrollati. Niente più.

Tutta San Pietroburgo avrebbe potuto urlare, ma anche facendolo, non avrebbe mai potuto sovrastare l'Ululato funebre del branco.

29 marzo 2006

Rosana Djorkova


Erika piange tra le mie braccia, raccontandomi la sua storia, e come tutte le ragazze che lavorano per me prima o poi fanno, mi chiede di condividere con lei la mia, di storia...
Comincio a raccontarle della mia breve infanzia accanto ad un padre violento e della fretta di crescere per poter decidere del mio futuro. In realtà l'unica decisione che presi fu quella di lasciare Tver (una piccola cittadina vicino a Mosca) rubando alcuni soldi a mio padre per trasferirmi qui, a San Pietroburgo. Ero una ragazzina di 18 anni, precoce e disincantata...quando capii che il lavoro era troppo duro per le mio corpo gracile, mi ritrovai a prostituirmi, quasi sempre per strada e per pochi soldi fino a quando non incontrai Alexander... Lui vide in me qualcosa che io stessa non sapevo di avere...e mi prese al suo fianco. Fu lui a trovarmi questo locale da gestire e mi diede i contatti giusti per sopravvivere... In pratica mi diede una nuova vita.
Erika si asciuga le lacrime, sembra più serena quando finisco di raccontare e si alza avvicinandosi alla porta con quel suo passo sensuale che le procura tanti clienti quanto i suoi enormi occhi verdi. "Tu sì che sei stata fortunata..." mi dice prima di sparire nel corridoio.
Continuo a fissare la porta pensando alla storia che ho appena raccontato e a ciò che non dico di questa storia. Alexander mi diede una nuova vita...ma non questa. Mi regalò una vita fatta di zanne lucenti, una vita che ha il sapore del sangue e che rincorre la luna sradicando il mio essere che viene gettato in un mondo che non è più questo ma ne è la causa e la ragione...

Il Preludio della caccia

Sangue. Ogni suo senso percepisce un'unica cosa. Sangue. Rappreso, colante, infetto, da ogni sua ferita il sangue sgorga copioso, incapace di fermarsi, incapace di richiudersi nei suoi vasi.
Alexander non credeva certo che sarebbe arrivato a tanto, ma il suo sacrificio era diventato inevitabile. I Puri si erano avvicinati troppo. Il suo territorio e i suoi figli erano in pericolo e non c'era nient'altro al mondo che importasse di più ad Alexander del suo branco. In fondo i Puri cercavano solo lui, cercavano una vendetta ingiusta, cercavano un modo per placare la loro furia. E lui gliel'aveva data. Insieme ad un suo braccio, un occhio...e alla sua vita.
Ma Madre Luna non l'aveva abbandonato. Sarebbe dovuto essere già morto, ma una forza innata lo stava muovendo, lo stava portando al Locus, dove i suoi figli lo aspettavano da ormai 4 lune. Lo stava riconducendo a casa, per dare loro il suo lascito e per poterli vedere un ultima volta.

E' così che inizia, in questa notte senza luna, la storia del branco.

27 marzo 2006

Preparatevi alla caccia



Le notti di caccia stanno per incominciare. Voi tutti, lupi furiosi, sarete coinvolti in un gioco di potere che vi condurrà, attraverso ogni notte, ad affermarvi come indiscusso branco di San Pietroburgo, oppure a fuggire come cani bastardi, con la coda fra le gambe.

L'unica cosa che lo potrà decidere sarà il vostro saper collaborare.

Ora vi lascio spazio, per potervi presentare e per poter raccontare la vostra storia.
Affilate gli artigli e mostrate le zanne.

La notte della prima luna inizierà mercoledì.

25 marzo 2006

La scelta del teatro


E così l'altriglio del branco è sceso su di una città. Ne ha marchiato i confini e vi si è insidiato nelle sue viscere. Qui è dove nasceranno alleanze, dove cadranno regimi, dove antichi manufatti verranno scoperti, e dove ogni notte, guidati dalla propria Luna, i membri del branco difenderanno la loro terra, il loro Locus, e il loro spirito.

Benvenuti dunque, figli di Padre Lupo e Madre Luna. Benvenuti nelle gelide notti di caccia di San Pietroburgo





22 marzo 2006


Questa sera il suo richiamo sarà irresistibile.


20 marzo 2006

La caccia è aperta

Un solitario ululato nella notte ne richiama altri centinaia.