27 aprile 2006

Vota il tuo personaggio preferito!

Salve a tutti.

Controllando negli ultimi commenti lasciati ho notato che molti di voi hanno fatto preferenze tra i personaggi del branco.
Dato che ultimamente la trascrizione della cronaca va a rilento (ma dal prossimo mese tornerò ad aggiornare il tutto costantemente) ho deciso di ammazzare il tempo mettendo online un simpatico concorso : vota il tuo personaggio preferito.
Potrete votare una volta sola al giorno un solo personaggio. alla fine della prossima settimana stileremo una classifica. Se volete votare anche altri personaggi apparsi nella cronaca, fatelo inserendo un commento (verranno contati però solo i commenti di utenti registrati).

Spero che la cosa vi diverta, nell'attesa del prossimo capitolo. Buona votazione


22 aprile 2006

Ululato di servizio

Come promesso, ho ricominciato ad aggiornare la storia del branco, aggiungendo l'appena pubblicato capitolo IX, che conclude la seconda seduta che abbiamo fatto.

Ma il motivo di questo ululato è un altro. Sul sito di Mondo di Tenebra è stato pubblicato un interessante ed esauriente articolo sulla situazione editoriale italiana per quanto riguarda le uscite di nuovi manuali per il MdT.

Il branco coglie l'occasione per congratularsi con lo staff di 25 Edition che riesce a mettere l'italia davanti agli altri stati europei, facendo da apripista alla White Wolf nel vecchio continente.

Vi rimando alla lettura dell'articolo perchè ne vale davvero la pena. Potete raggiungerlo cliccando qui.

Capitolo IX : Silver Bullets (seconda seduta 05/04/2006 - settima parte)

"Addirittura un lucchetto, sono proprio intenzionati a non farci entrare"
Markus e Sergej erano alla recinzione che separava il molo che dovevano visitare, dalla strada. La zona era abbastanza movimentata e Sergej aveva avanzato l'idea di farci una capatina notturna, ma Markus non aveva voluto sentire ragioni. La faccenda doveva essere risolta in fretta.
Markus impugnò con forza il lucchetto, si guardò bene intorno, e poi rilasciò il suoi istinto nell'ibrida forma Dalu. Con la sua rinnovata forza, spezzare quel lucchetto arrugginito fu uno scherzo.
"Bene, giusto per non lasciare tracce, vero?" commentò Sergej
"Devo proprio insegnarti tutto? Questo è un avvertimento : se siete chiusi, noi vi apriamo"
"Si, il messaggio verrà sicuramente recepito..."
Markus aprì il cancello in rete metallica quel poco per poter passare, non voleva dare troppo nell'occhio mentre si introduceva al molo. Sergej lo socchiuse.
Saggiando l'aria, e ascoltando con cura, i due si mossero sino all'entrata laterale del capannone di carenaggio, l'unica struttura della zona.
Markus provò ad aprire la porta, trovandola ovviamente chiusa.
"Per mille lucchetti Markus! La porta è chiusa!"
Markus incominciava a pentirsi di aver portato Sergej con se.
"Lo vedo che è chiusa, idiota. Ma non lo sarà ancora per molto" disse mentre caricava una potente artigliata
"Alt!" lo fermò Sergej "Dal grande stratega che sei, mi stupisce proprio vederti fare una mossa tanto azzardata." Era curioso vedere Sergej parlare in modo serio, ma le poche volte che lo faceva era certo che avesse un'ottima ragione a suo favore per farlo.
" Lasciamo pure segni di artigliate ovunque, tanto chissenefrega"
" E allora cosa consigli, Robin?"
Sergej estrasse un oggetto dalla tasca, una specie di pinza con altri attrezzi a raggiera chiusi nei suoi manici, come un coltellino svizzero.
"McGuyver, prego. Non Robin." disse mentre incominciava ad armeggiare con la serratura della porta. Nel giro di una ventina di secondi, la serratura scattò.
" Prego." Markus l'aprì. All'interno il capannone sembrava più ampio, due passerelle costeggiavano i due lati più lunghi, collegate sul fondo da un ponte galleggiante. Il centro era invece ricolmo di acqua salmastra, con un motoscafo ormeggiato al ponte galleggiante. Sull'altra sponda del capannone si poteva vedere una grossa cassa metallica, color verde scuro."Carino, potrei soppalcarlo e farci..." Sergej interruppe la sua battuta, gli occhi fissi su una piccola scatola metallica ai piedi della porta.
"Merda!"
"Che c'è?" Chiese Markus, ma Sergej era già sulla scatola. Dalla sua pinza multiuso fece apparire un cacciavite ed incominciò a smontarla. Dopo un minuto l'aveva aperta, cercando al suo interno qualcosa. Poi staccò un paio di fili e sembrò rilassarsi.
"Ora vuoi dirmi che cazzo c'è? Era una bomba?"
"Si, nucleare...Era un trasmettitore. Fotocellula qui, per captare il movimento della porta che si apre, e se lui è attivo manda il segnale al ricevente."
"Che segnale?"
"Che c'è qualcuno in casa che non è stato invitato"
"Oh, beh. Allora immagino che avremo visite molto presto."
"Sembra che tu sia contento"
"Infatti lo sono. Vieni, controlliamo in giro."
In fretta la coppia si mosse sino al ponte galleggiante, un occhiata rapida al motoscafo non produsse niente di interessante. Allora si spostarono, diretti alla cassa verde scuro. Era molto grande e aveva un aspetto decisamente militare.
"Lascia fare a me, dovrei riuscire a svitare qui per..." il rumore di metallo squarciato interruppe la frase di Sergej.
"Si beh, oppure possiamo fare così..."
Markus aprì la cassa. Al suo interno armi. Esplosivi. Attrezzature militari e mimetiche scure.
"Mi sento stranamente a casa." Markus aveva una strana luce negli occhi.
"Corpi speciali? Cosa centreranno in questa faccenda? I Puri non assolderebbero mai degli umani..." Sergej si sentiva un po' perso in quello strano intreccio che si stava rivelando essere la morte di Alexander.
"Per ora meglio non interessarcene, prendiamo questa roba e andiamocene."
"Come, prendiamo questa roba?"
"Fa sempre parte della Caccia Preventiva. Spezza gli artigli e le zanne dell'orso mentre dorme e lo renderai innocuo."
"Si, innocuo ma incazzato" fece notare Sergej
Markus incominciò a frugare nella cassa, quando la sua attenzione cadde su i caricatori degli AK-47. Sentì la furia accendersi nel suo animo.
Riflessi argentei provenivano dai proiettili, e la loro vista gli fece capire che quegli umani c'erano dentro sino al collo. Mentre guardava le cartucce d'argento, avvertì del pericolo imminente. Si girò di scatto e vide entrare due uomini dalla porta, le pistole strette in pugno. I due uomini, puntarono le armi verso di loro, di certo non con intenzioni intimidatorie, ma omicide.
Fu allora che Markus liberò la sua rabbia. I vestiti si lacerarono, lunghe zanne candide si protrarono dalla sua mascella, ingigantita e rinforzata nella muscolatura. Occhi vitrei pieni di furia puntavano la preda.
I due umani furono pervasi dal terrore puro. Fuggirono, prima ancora che Markus potesse balzargli addosso.
"Markus! Calmati maledizione!" La voce di Sergej lo riportò al presente. Lentamente riassunse forma umana.
"Ma che diavolo ti dice la testa!?! Mutare così senza un motivo!"
"Passami dell'esplosivo."
"Cosa?"
"Ho detto, passami dell'esplosivo. E' ora che questa gentaglia capisca con chi cazzo ha a che fare. Vogliono giocare a fare i cospiratori, tessendo ragnatele di misteri e facendo coalizioni contro di noi? Bene! Che facciano pure. Intanto la risposta che daremo sarà sempre la stessa: zanne e artigli sulle loro carni smembrate. E ora, passami quel fottuto esplosivo." concluse Markus, dirigendosi verso il motoscafo.

21 aprile 2006

Ululato di servizio

Salve a tutti,

scrivo questo ululato di servizio per scusarmi del mancato aggiornamento del blog in quest'ultima settimana, ma a causa vacanze pasquali e molto lavoro in ufficio, non ho ancora trovato il tempo di scrivere il resto della storia.

Nel fine settimana dovrei mettere online altri 3 capitoli, quindi continuate a seguirci...


...o verremo a cercavi noi...

14 aprile 2006

Capitolo VIII : Sex Appeal e autonoleggio (seconda seduta 05/04/2006 - sesta parte)

“Questa storia incomincia a darmi sui nervi”
Markus era visibilmente alterato
“Qui siamo di fronte a qualcosa di più vasto che una semplice vendetta di una tribù di puri. Che centrano gli umani con noi? Che centrano i Topi con i Puri?”
“Sono domande a cui non possiamo certo rispondere, Markus. Vedi di calmarti” la voce di Rosana era calma.
“Facciamo per bene il punto della situazione. Abbiamo un Topo, il cui ospite aveva inciso sul petto un simbolo, Sergej cos’hai scoperto?”
“Ho analizzato il disegno, e sembra proprio che possa essere composto da un Topo, la figura centrale, e da un ragno.”
“Stavo giusto dicendo a Sergej che io ci vedo anche un uomo” disse Grigor “Il cerchiolino in alto è la testa e il zig-zag qui, sembra il profilo di un uomo,”
“Ma il cerchiolino non era il naso del topo?” chiese Anya
“Beh, anche…ma che cazzo ne so, è una deduzione visto l’evolversi degli eventi”
“Ok, ok. Quindi abbiamo un simbolo che potrebbe far pensare ad una coalizzazione di Beshilu, Azlu e uomini”
“Il che non è positivo…” commentò Sergej.
“No, non lo è, ma se andiamo avanti magari vediamo il da farsi, che dici?”
“Prego”
“Grigor, il tuo racconto è fondamentale. L’intervento di quegli uomini armati per distruggere il luogo dove Alexander ha sostenuto la sua ultima battaglia, ci ha fatto capire che c’è qualcosa di molto contorto sotto. I Puri non hanno certo bisogno di servirsi di umani per fare i loro sporchi lavori. Fortunatamente, grazie ai contatti di Markus abbiamo scoperto dov’è la loro base d’appoggio, ovvero il molo, e grazie a Sergej abbiamo scoperto che la macchina è intestata ad una ditta di autonoleggio”
“Il che mi ha stupito, francamente pensavo di non trovarla nemmeno registrata.”
“A questo punto mi pare ovvio che sia il caso di andare a fondo della faccenda. Se davvero Topi Ragni e umani hanno fatto una coalizione per poter uccidere Alexander, guidati dai puri, dobbiamo immediatamente porvi rimedio.”
“Mi trovo stranamente d’accordo con te” disse Markus, con un sorriso piacevole dipinto sul volto.
“Perfetto, allora io e Grigor andremo all’autonoleggio, vediamo di scoprire chi ha noleggiato quel auto.” Disse Anya “Mi darai uno strappo, vero maschione?”
“Mi spaventi quando fai così…” ammise Grigor
“Ok, allora io e te Sergej andremo a vedere il molo” concluse Markus
“Cosa?” Sergej era perplesso “Perché devo venire io?”
“Perché te lo dico io, ecco perché. E ora muoversi.”
Tutti quanti si misero in movimento, mentre Sergej spegneva i suoi PC e si vestiva per uscire.
“Mi pare di essere in un cazzo di esercito…”
“Sergej! Muovi il culo!” urlò Markus dalla tromba delle scale
“Arrivo sergente!”

Il Taxi era diretto verso l’indirizzo dell’autonoleggio. Grigor guidava, stranamente in silenzio, mentre Anya era intenta a truccarsi, specchiandosi nel coprisole del passeggero.
“Mi spieghi perché ti stai truccando? Mica andiamo a ballare.”
“No, ma sai questa è probabilmente l’arma più efficace che ho, anche più efficace delle zanne. Il mio irresistibile Sex Appeal”
”Ah, capisco…ma perché, che hai intenzione di fare?”
“Sedurrò il povero impiegato di quella ditta di autonoleggio. Gliela farò annusare per bene, e quando ce l’avrà così grosso da non poter stare seduto, stai certo che mi dirà vita morte e miracoli della persona che stiamo cercando.”
“Un piano infallibile…”
“Già.”
Ci fu un attimo di pausa, poi Grigor riprese a parlare
“Scusa, ma non hai pensato che magari…ma no…ma no niente.”
“Cosa?”
“No era una stupidaggine, pensavo ad un piano B”
“Grigor?”
“Oh! Eccoci arrivati!”
Grigor parcheggiò il Taxi a qualche metro dall’ingresso dell’autonoleggio.
“Bene, allora fallo godere per bene, eh?”
“Tu aspettami qui, farò in un secondo.”
Anya chiuse la porta del Taxi, facendo l’occhiolino a Grigor. Si mise una gomma da masticare in bocca e si incamminò, sculettando.

La porta d’ingresso emise un leggero tintinnio, dovuto ad un campanello legato ad essa, mentre si apriva. Anya entrò guardandosi intorno, cercando di individuare lo sportello per i clienti. Lo trovò senza problemi, posizionato di lato rispetto all’ingresso. Rimpolpandosi le tette vi si incamminò, rumorosamente, annodandosi una parte della cicca al dito indice, per poi risucchiarla leccandoselo.
“Salve….” Non riuscì a finire la frase. Dall’altro lato dello sportello non c’era nessun ragazzo. Ma una signora di mezza età-
“Salve…si…signorina…” Anya si sentiva persa. Ci fosse stato Brad Pitt dietro quel bancone, non avrebbe saputo resisterle.
“Non sono signorina. Sono sposata. Da venticinque anni. Amo molto mio marito. E’ morto l’anno scorso.”
Anya deglutì la gomma.

Grigor era intento a rovistare nel bagagliaio quando vide Anya uscire dall’autonoleggio, visibilmente contrariata.
“Beh? Non c’è stato?”
“Vaffanculo Grigor! Era questo che volevi dirmi, vero? Volevi dirmi: e se ci fosse una donna come impiegata? Che cretina che sono!”
“Ma no, ma no. Giustamente tu l’hai ragionata dal tuo punto di vista, non ti sei fermata a pensare alle varie possibilità.” Disse Grigor, trattenendo a stento una risata.
“Comunque ora io e te torneremo la dentro e vedrai che riuscirai a trovare tutto quello che ci interessa?”
“Si? E come? Ho già fatto una figura di merda inventando una storia assurda che la macchina in questione mi ha colpito mentre facevo la spesa, ma la vecchia bavosa non mi ha creduto”
“Non ti preoccupare, ho già calcolato tutto.” Rispose Grigor, mentre faceva schioccare un collare in cuoio.

La porta d’ingresso emise un leggero tintinnio, dovuto ad un campanello legato ad essa, mentre si apriva.
Grigor entrò, accompagnato da uno stupendo cane lupo marroncino a guinzaglio.
“Buongiorno signorina”
“Non sono signorina. Sono sposata. Da venticinque anni. Amo molto mio marito. E’ morto l’anno scorso.”
“Capisco…senta avrei bisogno di noleggiare una macchina, un furgone, qualcosa di molto capiente. Ne avete?”
“Certo signore, abbiamo vasta scelta di mezzi commerciali come vanette e furgoncini” rispose come se stesse leggendo un opuscolo, la vecchia bavosa.
“Perfetto, e non è che potrei vederli?Sa giusto per avere un idea.”
“Ma sicuro signore mi segua.”
“Posso legare il cane qui? Immagino non ci vorrà molto”
“Ma certo signore, nessun problema”
Grigor legò ad una gamba di una panchetta nella stanza Anya.
“Mi raccomando Filomena, fai la brava eh?” un ringhio cupo fu la risposta.
“Bene signorina, mi faccia pure vedere”
“Non sono signorina. Sono sposata. Da venticinque anni. Amo molto mio marito. E’ morto l’anno scorso.”
Grigor guardò la vecchia con fare sospetto.

Appena furono usciti dalla stanza, il cane lupo di nome Filomena si trasformò lentamente in Anya. Si slacciò il collare, maledicendo Grigor, e con il corpo sinuoso e nudo andò dietro al bancone, sperando vivamente che nessuno la vedesse.
Ci mise meno di un minuto per trovare la pagina dei noleggi mensili della Bmw nera, fece una stampa dell’ultimo nominativo, la piegò nel modo più sottile che poteva e l’attaccò con del nastro adesivo all’interno del collare. A quel punto lo indossò nuovamente.
“Per la miseria” disse vedendo la sua immagine di riflesso nel vetro dello sportello “sono davvero una strafiga!”

“E questo e tutto quello di cui siamo a disposizione” la voce della vecchia bavosa arrivò poco prima del suo ingresso, tramite la porta che dava al parco macchine, seguita da Grigor
“Grazie mille, Yelena, ci penserò su, avete tariffe molto convenienti.”
“Ma certamente signore, torni pure quando vuole.”
“Hai fatto la brava, Filomena?” il cane lupo scodinzolò.
“Molto bene. Allora arrivederla signorina Yelena”
“Non sono signorina. Sono sposata. Da venticinque anni. Amo molto mio marito. E’ morto l’anno scorso.”

Capitolo VII : Il buon giorno si vede dal mattino (seconda seduta 05/04/2006 - quinta parte)

"Polsky, non me ne frega un cazzo se sono le 6 del mattino, tu ti alzi e vai a quel fottuto molo a controllare"
Markus non era solito accettare rifiuti e scusanti. Aveva passato una notte di merda, e ora i piagnistei di un picciotto qualunque non erano proprio quello di cui aveva bisogno.
"D'accordo! D'accordo, ascolta ci manderò due dei miei a fare da palo, ok? E' il massimo che ti posso concedere."
"Si ma non domani, adesso. Chiama chi devi e mandali li. Voglio che controllino i movimenti in zona, devono sapermi dire tutto, anche quanti cazzo di piccioni hanno cagato sul quel tetto."
"Passato una serata di merda?"
La risposta fu una cornetta che veniva sbattuta con forza sul telefono.

Alcuni colpi alla porta attirarono l'attenzione di Anya, intenta a fare il punto della situazione del frigo del B.I.T.E. . La lista magazzino l'aveva già fatta la sera prima, ma era l'unica cosa che le teneva la mente occupata, per non farle pensare ad Alexander. Si alzò sinuosa dal bancone e andò alla porta.
"Siamo chiusi"
"Io credo di no." Il distintivo piantato contro l'oblò della porta del B.I.T.E. sembrava aver ragione. Anya aprì, rimanendo sull'uscio.
"Desidera?"
"Non le piacerà cosa desidero, signorina. C'è qualcosa di grosso e sporco che gira attorno a questo locale". L'uomo, sulla trentina, capelli scuri tagliati corti e con un impermeabile Begie, aveva lo sguardo molto serio.
"Ah si? Di cosa si tratta detective?"
"Credo che sarò costretto a metterla in manette e sbatterla con violenza sul bancone..."
"Fai poco il cretino Derek" Anya esplose in una risata, sembrava assurdo ma la visita del Detective Derek, il loro contatto alla polizia, di servizio nel loro quartiere, le aveva portato un altro motivo per distogliere i pensieri della notte appena passata.
"Ciao Anya, Rosana c'è?"
"Si, te la vado a chiamare, accomodati pure"
Derek si mise al bancone, versandosi un bicchiere di Vodka nell'attesa. Era strano vedere quel locale senza clientela e illuminato dalla luce del giorno.
"Buongiorno detective." La voce di Rosana lo riportò al presente.
"A cosa devo la visita?"
"Vorrei dire per piacere, ma sono qui per lavoro"
"Capisco...allora non dovresti bere se sei in servizio" lo sguardo malizioso di Rosana colse in fallo il detective.
"Già, mi hai beccato" disse sgolandosi di colpo la restante Vodka "Ascolta, stamattina dei manovali in un palazzo in ristrutturazione poco lontano da qui hanno trovato un cadavere. Il tizio è stato ucciso in maniera piuttosto brutale. Stiamo facendo alcuni accertamenti, ma dato che il vostro è l'unico locale nella zona sono passato per sapere se avevi notato niente di strano ieri sera, qualche tizio nuovo, un gruppo di persone strane."
"Strane?"
"Già, sembra che sia nata una specie di gang nuova nei bassifondi, li stiamo seguendo da un paio di settimane e sembra che si siano allargati sino a qui."
"Capisco. Non so se potrò esserti di aiuto ma, se mi verrà in mente qualcosa a me o alle ragazze, ti farò sicuramente sapere."
"Ne sono certo. Ti senti bene? Hai l'aria molto triste, è successo qualcosa?" Rosana si sentì tradita dai suoi stessi sguardi. Evidentemente non riusciva a mascherare il dolore che provava.
"Ho...ho ricevuto brutte notizie ieri sera. Un mio parente stretto è....è morto."
"Mi spiace, non volevo..."
"Figurati, non potevi saperlo." Lo sguardo di Rosana incrociò quello di Derek. Per un attimo il suo istinto le chiese di aprirsi e di raccontargli tutto. Ma durò solo un attimo, e Rosana si ritrovò a rimproverarsi per averlo preso in considerazione.
"Ok, ora devo andare, per qualunque cosa sai dove trovarmi"
"Ti ringrazio Derek."
Rosana accompagnò il Detective alla porta, i due si salutarono.
"Tutto bene Rosana? Hai un aria triste..." La pessima imitazione di Derek, fatta da Anya, fece sorridere Rosana.
"Ma finiscila, cretina. Torniamo al nostro inventario."

Forse era il quarto, o il sesto squillo. Markus aprì gli occhi, la sveglia segnava un quarto alle due.
Aveva dormito secco, le ferite e la stanchezza lo avevano cullato sino al sonno più profondo.
"Pronto..."
"Markus? Sono Polsky."
"Che diavolo vuoi?"
"Aggiornarti sui movimenti del molo, ricordi?"
"Si, il molo" I ricordi, come un puzzle, si stavano ricomponendo.
"Allora ascoltami, i ragazzi sono rimasti li dalle 7 sino a poco fa, nessun movimento. Tranne una macchina intorno a mezzogiorno. E' entrata, hanno caricato qualcosa ed è ripartita. Ha fatto ritorno poco fa, scaricato e poi è ripartita."
"Avete preso la targa?"
"Certo, ti mando un messaggio."
"Bravo ragazzo...e...Polsky?"
"Si?"
"La gente dorme a quest'ora."
"Anche alle sei di mattina dorme! Stronz..."
La cornetta si chiuse con forza sul telefono.

"Ma porco cazzo!"Sergej imprecava contro la presa elettrica della sua camera, era perennemente in corto.
"Ti diverte tutto questo, vero facciadiasfalto?" Era da più di un'ora che cercava di sistemarla. "Affanculo..."
La porta della sua camera si aprì di scatto. Era Grigor.
"Sergej, mi serve una mano."
"Buongiorno anche a te Grigor..."
"Si bravo, senti sono scampato ad un esplosione e ho visitato il posto dove probabilmente Alexander è stato praticamente ammazzato, scusa se non mi viene da darti buongiorno, perchè proprio non lo è!"
"Aspetta...racconta un po'..."
Grigor spiegò per filo e per segno gli accadimenti del primo pomeriggio.
"E quindi mi serve che tu cerchi questa targa, dobbiamo sapere a chi è intestata."
"Non c'è problema, anche se sono certo che sarà un buco nell'acqua..." Sergej si mise sul computer, cercando di eludere la semplice sicurezza del database del registro automobilistico. Dopo un paio di minuti era pronto per immettere la targa, quando di colpo entrò Markus.
"Sergej, mi serve una mano."
"Oh, ma che cazzo è? E il buongiorno?"
"Oh...mi scusi vostra altezza, non l'avevo riconosciuta. Buongiorno" fece Markus, recitando in modo terribile.
"Ora potrebbe aiutarmi?"
"Così va meglio, schiavo" disse Sergej, incoronandosi con una corona immaginaria.
"Fottiti idiota, mi devi trovare una targa" Sergej e Grigor si guardarono dubbiosi.
"Sarà mica una Bmw?" chiese Grigor.

Capitolo VI : Una visita esplosiva (seconda seduta 05/04/2006 - quarta parte)

"Grazie signora, e arrivederci!"
Grigor incassò la somma della sua ultima corsa della mattina, quasi esausto di aver parlato di nipotini pestiferi e mariti infedeli per tutti i 25 minuti che aveva passato con l'ultima cliente. Lui era sempre solito parlare a valanga con i suoi passeggeri , anche se questi non lo ascoltavano, ma quest'ultima aveva retto abbastanza, anzi, aveva dato del filo da torcere alla parlantina sciolta di Grigor.
Ma di sicuro i clienti che parlavano tanto quanto lui non erano certo la sua preoccupazione in quel momento. Fermo col taxi davanti ad una rosticceria, a mangiare un panino assortito di qualunque ingrediente immaginabile, Grigor aveva in testa solo un pensiero: il Centro Commerciale Pietrogrado. Aveva finito il suo turno del mattino, e il pomeriggio sarebbe stato sostituito da un collega che gli doveva un favore. Aveva tutto il tempo che voleva per andare a dare un occhiata laggiù, e il suo istinto gli diceva che non c'era tempo da perdere. Gettò la carta che avvolgeva il panino in un lato della strada e saltò in macchina, la radio accesa al massimo su una canzone rap molto in voga al momento, e una direzione sola in testa.

Da Sanpietroburgo il Centro Commerciale Pietrogrado era raggiungibile in soli dieci, quindici minuti di macchina. Sarebbe dovuto essere una perla di ingegneria e tecnologia, automatizzato, ampio parcheggio, climatizzato, più di 80 negozi, un parco, e un supermercato con prelibatezze provenienti da tutto il mondo. Purtroppo la caduta del regime di stato, la mancanza spropositata di fondi, e qualche distratta manovra fiscale, avevano decretato la prematura morte del Centro, lasciandolo incompleto e abbandonato, un intricato intreccio di cemento e acciaio nel bel mezzo del nulla.
Grigor raggiunse un cancello secondario, tramite una strada sterrata poco utilizzata, e fermò la macchina. Il complesso B, a cui faceva riferimento il notes del barbone, doveva essere quello che vedeva a non più di 300 metri da lui, una grande torre di vetro e ferro che sarebbe dovuta diventare la zona ristoro con un bar al piano terreno e 5 ristoranti sui 5 piani soprastanti. Ora non era altro che una grossa e inutile montagna trasparente. Grigor si guardò bene intorno, annusando l'aria. Nessuno in vista. Si tolse i vestiti, il fisico asciutto sferzato dal vento, e si trasformò. L'agile Urshul, un grande lupo antropomorfo di colore grigio chiaro, saltò agilmente il cancello metallico con il filo spinato in testa e si mise a correre verso lo stabile. Man mano che si avvicinava però avvertiva cose che non gli piacevano. Tracce di lotta. Odore di furia. Sangue.
Si fermò.
Poco prima dell'ingresso una grossa traccia di sangue rappreso era disegnata per terra, uno schizzo fuoriuscito da qualche creatura. L'odore non gli ricordava nessuno in particolare. Entrò cautamente, l'aria era pesante, scaldata dal sole che filtrando dalle grandi finestre, faceva sembrare di essere sotto ad una lente d'ingrandimento gigante. Il posto era un macello. Parecchie vetrate del pianterreno erano distrutte, evidenti segni di lotta erano ovunque, schizzi di sangue, impronte di artigli, ciuffi di pelo. Grigor seguì i segni della battaglia sino al piano superiore, che trovò in condizioni simili, eccetto una larga pozza di sangue in un lato della stanza. Si avvicinò e il flebile odore di quel sangue gli fece venire le lacrime agli occhi. Era sangue di Alexander. Molto probabilmente era li dove il colpo fatale lo aveva raggiunto. Oppure era il luogo dove il suo braccio si era staccato. Grigor si concentrò e notò che le tracce della battaglia proseguivano, sino ad una grande porta finestra infranta. Da li Alexander era riuscito a fuggire, o almeno a scagliargli attraverso qualcosa grosso come un Gauru. Grigor si affacciò. E la vide. La Bmw nera si stava avvicinando a grande velocità, proveniva dai cancelli a nord, quelli opposti a dove aveva lasciato il Taxi. La macchina fece una derapata e si fermò a una decina di metri dallo stabile in vetro. Dalle portiere posteriori uscirono due uomini, vestiti in mietica nera, passamontagna in testa, con gibernaggio completo e un Ak-47 imbracciato. La loro direzione era evidente. Sarebbero entrati in pochi secondi, Grigor non poteva farsi trovare li, doveva assolutamente nascondersi. Ma il palazzo era interamente in vetro, i luoghi dove un grosso Lupo mannaro poteva nascondersi non erano molti.
Corse al piano terra, cercando di utilizzare più copertura possibile, ormai i due erano in procinto di entrare. Non c'era più tempo, e Grigor guardava il bancone del Bar abbandonato desiderando di essere al B.I.T.E.

Volpe Grigia si accostò alla porta dello Stabile B. Una rapida occhiata all'interno col pugno sinistro alzato. Poi aprì la mano, facendo cenno al suo compagno di seguirlo. Polvere si alzò dalla posizione di puntamento inginocchiata su cui si era fermato e seguì il compagno all'interno della struttura. Fecero un rapido giro del pianterreno, controllando sommariamente tutte le stanze.
"I segni di lotta sono dappertutto" la voce modulata dalla radio di Volpe Grigia arrivò a Polvere, che in quel momento era salito al primo piano.
"Affermativo. Anche il primo piano ne è pieno. Dovremo bonificare l'intera zona."
I due si ricongiunsero al piano terra. Volpe Grigia copriva Polvere mentre quest'ultimo piazzava cariche di semtex su pilastri dello stabile strategicamente individuati.
"Cariche A, B, C e D piazzate, tempo di bonifica 20 secondi. Abbandonare." Furono le sue parole dopo aver innescato l'ultima carica. Il duo armato si allontanò guardingo dalla struttura e poi si misero a correre per raggiungere la macchina che li attendeva. Salirono e questa partì a tutta velocità.
Venti secondi più tardi lo stabile B collassò su se stesso lasciandosi alle spalle una grigia nube di polveri e detriti.
E un piccolo lupo grigio che correva a tutta velocità.

Nascosto nel frigobar del bancone, Grigor aveva avvertito i movimenti dei due Spetsnatz. Gli aveva sentiti setacciare il pianterreno e anche il primo piano. Avevano parlottato tramite radio e poi si erano messi a collocare cariche esplosive. Grigor non aveva tempo. Sgusciò lentamente fuori dal suo nascondiglio e si mise a fissarli, parzialmente nascosto dall'angolo del bancone.
Ognuno di noi ha un nome che sente suo. Le parole di Alexander gli riecheggiavano in testa.
Gli esseri umani sono facile preda dei loro stessi sentimenti, e tutto quello che è di superficiale può essere tranquillamente letto su di loro. E ora ti insegnerò a farlo.
E Grigor imparò molto bene. I nomi Volpe Grigia e Polvere si rivelarono a lui, come se li avesse sempre saputi. Ma il tempo era sempre meno. Avevano oramai minato 3 dei 5 pilastri portanti della struttura. Grigor sgattaiolò dietro il banco, sino a raggiungere una saletta posteriore dalla quale uscì, grazie ad una finestra rotta. Fece il giro dello stabile giusto in tempo per vedere Volpe Grigia e Polvere uscirne di corsa, e per poter memorizzare la targa della macchina che, una volta caricati i due uomini, partì a tutta velocità.
Senza pensarci su due volte, Grigor la imitò, scappando dalla parte opposta.
L'onda d'urto della deflagrazione lo raggiunse appena, facendogli fischiare le orecchie.

Ancora una volta il suo istinto lo aveva guidato bene.

11 aprile 2006

Ululato di servizio

Salve a tutti, rieccoci qui per un nuovo aggiornamento sul vostro lupesco blog.

Per evitare la dispersione della storia principale della cronaca del branco ho deciso di riciclare il primissimo post per renderlo un indice di tutti i capitoli che scriverò.

L'indice è raggiungibile comodamente dalla sidebar sotto la appena nata voce "Cronache del Branco" e, solo per questa volta, anche da questo link

Colgo l'occasione per ringraziare anche i nostri primi visitatori esterni che hanno postato un commento (di cui l'unico registrato mi pare sia magotom...spero di non dimenticarmi nessuno ^_^' )

Un sentito grazie da parte di tutto il branco. Buona permanenza con noi.

Sino a che ve lo permetteremo...

Capitolo V : Il piano di azione (seconda seduta 05/04/06 - terza parte)

"Ragazze, sono tornato!"
Sergej entrò dalla porta dell'appartamento di Rosana, baldanzoso e con sguardo fiero e sicuro di se. Aveva preferito evitare l'entrata teatrale dalla finestra della stanza passando dai tetti come avevano fatto Markus ed Anya.
"Siediti, idiota." Rispose Markus, con fare ancora più sicuro. L'ordine fu eseguito con rapidità.
Rosana era intenta a fasciare le ferite che aveva riportato Markus, ferite abbastanza profonde e sicuramente a rischio di infezione, se solo non si fosse trattato del corpo di un Uratha il quale avvertiva i tagli come un leggero fastidio alla gamba e all'addome, utilizzando le parole dello stesso Markus.
"Come vi stavo dicendo" continuò "il bastardo del Topo era uno importante, ci stava spiando per un motivo preciso."
"Già, peccato che ad un tratto gli sia esplosa la testa..." interruppe Sergej
"Siediti e stai zitto, idiota." Nuovamente, prontezza e precisione nell'azzittirsi furono degne di nota in Sergej
"Purtroppo, la lotta non ci ha permesso di lasciarlo vivo. Il Topo si era comunque scorporato e quindi dubito fortemente che avremmo potuto ricavare informazioni da quel barbone"
"Anya prima mi ha parlato di un notes?" chiese Grigor, seduto sul bordo della scrivania della stanza
"Ci stavo giusto arrivando...AHIA! Fai piano con quell'arnese" esclamò Markus
"E' solo acqua ossigenata, e questo è un tampone" lo rimproverò Rosana
"Si, ma brucia...Il notes, dicevo, lo abbiamo trovato in un foro del muro, sopra ci sono indicati due luoghi" Anya fece passare il notes ai compagni
"Una zona del molo, e il mai più finito centro commerciale Pietrogrado?" chiese accigliato Grigor
"Esattamente, ma la cosa più rilevante sono gli orari" fece notare Anya
"Cos'hanno di particolare?"
"Credo che centrino con la morte di Alexander..." un cupo silenzio cadde nella stanza.
"E come possono centrare con la sua morte?" chiese Rosana.
"A causa di questo" disse Markus, srotolando il lembo di pelle staccato dal barbone.
"Cristo Markus! Quella è pelle umana?" disse Grigor
"Secondo te? Vuoi annusare?"
"Hai strappato la pelle di quel poveraccio, dopo avergli fracassato la testa?"
"Perchè guardi sempre il lato bruto delle cose? Ho prelevato una prova interessante dal corpo morto di un possibile cavalcato. Io la chiamo Caccia Preventiva. Ammazzali, finchè non possono ancora rompere i coglioni"
"Ha una sua logica..." disse Sergej
"In ogni caso, la cosa interessante è incisa su questo lembo di pelle" Grigor e Rosana guardarono il simbolo stilizzato inciso."Sembra un ragno." Disse Rosana
"Però era inciso su un Cavalcato da un Beshilu, quindi dovrebbe raffigurare un Topo" fece notare Markus
"Ma infatti c'è anche un Topo." Disse Grigor, indicando la parte interna del disegno "guardate, questa freccia in basso indica la coda nodosa del ratto, il naso è quel cerchiolino lassù.""Potrebbe essere...Ma che centrano i Beshilu con le Azlu?" si chiese Anya, girando la testa e cercando di vedere Topi o Ragni in quel disegno. Francamente lei ci vedeva anche una piovra.
"Rimaniamo con i piedi per terra e analizziamo le prove che abbiamo, non incominciamo a fare supposizioni" esordì Sergej, in una rinnovata serietà "direi che è il caso di fare un paio di indagini. Io controllerò in rete, voglio vedere se quel simbolo è qualcosa di commerciale e conosciuto oppure no, e intanto lavorando con un programma di disegno potrei scorporarlo ed analizzarlo meglio."
"Mi stupisci, cucciolo" lo incalzò Markus "Ma hai ragione. Allora io farò qualche telefonata, manderò un paio di ragazzi a controllare il molo, so chi chiamare."
"Io posso andare sino al centro commerciale domani, ho una pausa nel primo pomeriggio" propose Grigor
"Non è il caso che tu ci vada da solo" disse Anya
"Anya ha ragione, ci possiamo andare insieme al pomeriggio" concluse Markus.
"Bene. E' stata una nottata piuttosto agitata, vero ragazzi?" Rosana aveva lo sguardo stanco "Direi che è il caso per tutti di andare a riposarsi. A quanto pare ci aspetta un periodo molto movimentato."
Tutti annuirono silenziosamente e, ad uno ad uno, abbandonarono la stanza. Per ultimo uscì Grigor guardando profondamente Rosana. Non avevano voluto menzionare la loro visita nell'Hisil al resto del branco, Rosana preferiva saperne di più prima di discuterne.
Quando anche Grigor abbandonò la stanza, Rosana si lasciò cadere su letto e si abbandonò al dolore della perdita di Alexander.
Oltre che dagli occhi, quella notte pianse anche dal cuore.

Capitolo IV : Il passaggio (Seconda seduta 05/04/2006 - seconda parte)

"Ma che significa?"
Anya guardava con curiosità lo strano simbolo inciso sul barbone.
"Sembra una specie…di ragno…ma mi sembra un disegno troppo complesso per raffigurare solo un ragno…dovremmo ricopiarlo per poterlo studiare."
Markus emise uno stridio con le zanne, quasi a ricordare vagamente una risatina, mentre si avvicinava al petto dell’uomo, saggiandone la consistenza con la lingua. Poi appoggiò un artiglio sullo sterno e con un unico movimento ne incise profondamente le carni togliendo letteralmente la parte di pelle sulla quale era incisa l’immagine. Poi rivolse lo sguardo ad Anya.
"Che c’è? Vuoi un biscotto per il bel lavoro cucciolone?" Anya avvolse il macabro prodotto di Markus in un lembo stracciato di quella che era la sua maglia attillata, poi assunse nuovamente la forma Dalu, la peluria accentuata su tutto il corpo e zanne e artigli pronti a lacerare. "Ok, ora muoviamoci. Infiliamo il ragazzone nel buco della sala caldaie e filiamocela."

"Gli altri saranno qui fra una ventina di minuti, se vogliamo andare dobbiamo farlo adesso."
Grigor era in piedi davanti al Locus, pronto ad effettuare il passaggio del Guanto.
"Allora sono pronta, non potrei comunque aspettare oltre, e preferisco di gran lunga andarci accompagnata da te, Alexander ti ha insegnato bene a viaggiare."
"Si, diceva che la mia indole così aperta verso le altre persone era un prerequisito essenziale per essere un buon apripista"
"Direi quindi che aveva ragione" disse Rosana, appoggiando le sue mani sulle spalle di Grigor
"Quel uomo ha mai avuto torto?" La voce velata dalla malinconia "Forza allora, andiamo a vedere che sta succedendo."
Grigor appoggiò le mani sulla cornice del quadro, il loro Locus.
"Chiudi gli occhi"
Rosana obbedì. Per qualche istante vide solo il buio. Poi avvertì il cambiamento attorno a lei. Era come un vento, un vento caldo che soffiava verso il Locus, le accarezzava i capelli, le riempiva le narici di una moltitudine di odori, e la incitava a rilassarsi e al lasciarsi andare, cullata in quella brezza.
Poi la calma. Calma e voci. Sussurri lontani, monotone litanie ripetute all’infinito, cori di voci senza significato.
Di nuovo silenzio.
Poi nuovamente la brezza, ma questa volta con direzione opposta e con temperatura molto più bassa di prima. Freddo, un freddo polare si stava facendo strada nelle membra di Rosana, arrivando a toccare le ossa. O forse ancora più all’interno di lei. Poi se ne accorse. Non era lei ad avere freddo. Lei era il freddo. Era il freddo, era i canti che aveva sentito, era il vento caldo che l’aveva trasportata. Fu allora che aprì gli occhi. Le sue braccia, appoggiate alle spalle di Grigor, erano di un azzurro intenso, quasi trasparenti, pervase da flussi di energia bianca che disegnavano su di esse strani glifi che trasmettevano significati molto profondi. Lo stesso Grigor, davanti a lei, non era più l’uomo che conosceva, ma era diventato la sua visione spirituale, il modo in cui l’Hisil lo vedeva, o forse la sua vera forma. Un lupo antropomorfo dal colore grigio chiaro, pervaso anche lui da violacee linee di essenza. Ma non solo loro erano cambiati. Il quadro non recava più alcuna immagine, era come un buco rettangolare, bianco, sul muro della cantina, anche lei cambiata. Le sue pareti erano più chiare, e le ombre che era solita proiettare la tiepida luce appesa al soffitto, erano invertite. Era come guardare una fotografia in negativo.
Grigor si girò, i movimenti erano sfuocati, quasi al rallentatore.
"Eccoci arri..." lo stupore si tinse sul suo volto. Rosana si girò di scatto, a guardare il centro della cantina spirituale. Una creatura era seduta, dando le spalle ai due fratelli. Era un lupo di colore indaco, con varie sfumature bianche sul suo corpo. Ma non era un semplice spirito-lupo. La sua essenza permeava l'intera stanza e la sua aura emanava fermezza e saggezza, procurando nei cuori di Rosana e Grigor un forte senso di rispetto verso quell'essere.
"Siete giunti, alfine, ciechi lupi del mondo di sangue e carne..." La voce dello spirito sembrava provenire dall'intera stanza. Rosana ne era affascinata. Insieme ad Alexander aveva imparato a comunicare e a come comportarsi di fronte ad uno spirito. Le aveva insegnato ad usare gli occhi dell'anima, per poter guardare dal mondo reale al mondo dell'ombra e l'aveva ammonita su quanto pericolose fossero le lande dell'Hisil.
"Dimmi, Spirito di Lupo, qual è il tuo nome?" La voce di Rosana era diversa dal solito, come tutto del resto in quei luoghi. Aveva un leggero eco di sottofondo che pareva acuirsi e abbassarsi di tono in modo casuale."Quale che sia il mio nome, non è dato da sapere a cuccioli dispersi. Perchè mai dovrei rivelarvelo?"
"Hai sconfinato nei nostri territori, e questo Locus è di nostra appartenenza, se vuoi rimanere devi rivelarti." Rosana parlava con determinazione.
"Parli con saggezza, Lupo della Luna Crescente. E con saggezza verrai ricompensata." Gli occhi di Rosana si chiusero, da soli. Grigor la guardava mentre lo spirito del lupo si alzava in piedi, mostrando più di quanto un lupo dovrebbe possedere. Girandosi verso di loro dispiegò lunghe ali candide, e la sua coda di fiamma lucente illuminò la stanza a giorno.
Un nome apparve nella mente di Rosana, come un ricordo.

Deran Xa El

Il Giusto Lupo della Vendetta

08 aprile 2006

Capitolo III : La Casa Del Topo (Seconda seduta 05/04/2006 - prima parte)

"Sembra che la lotta sia finita."
Grigor era seduto a gambe incrociate sul pavimento della cantina del B.I.T.E., gli occhi chiusi e le mani congiunte, in uno stato di meditazione profonda. Non sapeva con precisione come, ma Alexander gli aveva insegnato a "sentire" i suoi fratelli, a percepire le loro emozioni, a capire cosa stessero facendo, e con il continuo allenamento era riuscito ad espandere questo suo potere di molto, riuscendo a percepirli anche a chilometri di distanza. Rosana intanto aveva lavato il sangue di Alexander dal pavimento, e si era soffermata a guardare il loro Locus, percependo l'enorme energia spirituale che si stava formando. Potendo dare una sbirciata nel mondo dell'ombra l'aveva vista chiaramente, quella nebbia azzurra che roteava attorno al Locus, e che pareva tenere lontano gli altri spiriti che lentamente venivano attirati verso la nuova fonte di essenza."Molto bene, Markus come sta?"
"Niente di grave, solo qualche ferita profonda, ma nulla di non rigenerabile"
"Chi diavolo era il loro avversario, per riuscire a tenere testa a Markus?"
"Non ne sono certo, di sicuro non un Beshilu qualsiasi. Addirittura gli ha teso una trappola, e sai quanto sia fastidioso per dei cacciatori cadere in trappola?"
"Credo di saperlo"
"Anya si è calmata, non percepisco più la sua furia. In compenso sembra che Markus non si sia per niente calmato...Oh no...spero che non faccia quello che ho intuito!"

Lo schianto giunse improvviso, risvegliando Anya dai brividi di adrenalina che l'avevano intorpidita. L'enorme zampa di Markus aveva appena fracassato la testa del barbone, disteso ed inerme a terra. Sergej ringhiò e fece qualche mugolio, apparentemente insignificante, ma per l'orecchio Urshul di Markus, capace di capire il Primo Idioma la frase arrivò chiara e concisa : "Brutto idiota! Grazie per aver ammazzato l'unico che ci poteva dare qualche informazione su quel dannato Beshilu e sul perchè ci stesse spiando!!"
Anche Markus a sua volta ringhiò. Anya non poteva comprendere il Primo Idioma in forma umana, ma la coda fra le zampe di Sergej fu sufficiente per farle intuire il messaggio di Markus.
"Bene, ragazzi, quando avete finito di fare sfoggio dei vostri testosteroni, ci sarebbe un problema da sistemare."
La stanza era davvero un macello. Schizzi di sangue sulle pareti, ciuffi di pelo in giro, un barbone con la testa fracassata, e l'enorme impronta insanguinata di un lupo alto quasi due metri proprio li accanto. Era il caso di dissimulare le prove, così da non far fare troppe domande alla gente che avrebbe scoperto quel casino.
Anya pensò al cadavere, mentre Markus e Sergej cancellavano tracce ed impronte, riconducibili alla presenza di lupi nella zona, soprattutto di Lupi Mannari. Nel giro di una mezz'ora avevano coperto le prove più evidenti e potevano dedicarsi al setaccio della tana del Beshilu.
"Il bastardo se ne stava qui da un bel po' di tempo, il suo odore è dappertutto." Anya stava fiutando gli spostamenti dell'uomo topo all'interno del seminterrato.
"La stanza qui a fianco era il locale caldaie, guardate ci sono ancora i macchinari...e quello cos'è...?"
Un buco nel muro. A livello del terreno, in un angolo nascosto della stanza, c'era un foro, alto poco meno di un metro e largo altrettanto. Nel foro era concentrato parecchio odore del bastardo.
"C'è qualcosa la dentro..." Anya si avvicinò, gli occhi attenti e vigili, ad avvertire ogni movimento. Tese la mano nel pertugio. All'interno c'era parecchio pelo, oggetti di vario genere, come bottiglie rotte, una scarpa, un sacco ripiegato malamente. Tutte cose di poco conto, a parte un bloc notes. Era praticamente nuovo, e sicuramente non faceva parte del corredo del barbone, era stato introdotto li dopo che l'uomo era stato cavalcato dal Beshilu. Sul notes solo due appunti:

Docks 341 ore 10:30pm
Centro Commerciale Pietrogrado, stabile B, ore 03:20am

Anya li fissava, chiedendosi a cosa si riferissero, quando d'un tratto, Markus posò violentemente il cadavere del barbone davanti a lei, col petto rivolto verso l'alto. Sullo sterno era orribilmente inciso un simbolo stilizzato, ricordante vagamente un topo con zampe da ragno.

"Credo che abbiano finito di rassettare la scena del crimine, si sono fermati a controllare qualcosa però, sembra che Anya abbia trovato roba interessante...Rosana mi stai ascoltando?"
Rosana era pervasa da sudori freddi. Il Locus. Il Locus era sempre più attivo, pulsava di energia. E la nebbia che vedeva attorno si stava coagulando in un unico punto. Non riusciva più a trattenersi, doveva andare nell'Hisil. Doveva sapere cosa stava succedendo. Vedere attraverso il Guanto non era come essere al di la, e poter interagire con quel mondo."Grigor, dobbiamo andare nell'Hisil. Devo vedere di persona cosa sta accadendo" Grigor interruppe la sua concentrazione, guardando Rosana dritta negli occhi.
"Mi stai chiedendo un passaggio?" disse mentre si avvicinava al Locus, pronto per attraversare il Guanto assieme alla sua sorella.

07 aprile 2006

Capitolo II : Caccia al topo (prima seduta 29/03/2006 - terza parte)

"Quel tizio ha decisamente problemi di egocentrismo"
Sergej stava ancora fissando il punto in cui Dolstoy era svanito, immergendosi completamente nell'asfalto del vicolo. A suo avviso le entrate teatrali dello Spirito della Città erano un lascito della sua vita passata, quella del famoso scrittore, scomparso in "circostanze misteriose" anni addietro. Dolstoy scriveva sempre di Sanpietroburgo. E alla fine Sanpietroburgo l'aveva ringraziato, a suo modo.
"I problemi di Dolstoy sono proprio l'ultima cosa a cui pensare adesso." rispose Markus.
"Ora dobbiamo preoccuparci sul da farsi, ho idea che il nostro Locus inizierà ad attirare troppi figli di puttana dall'Hisil e noi, in questo momento, siamo altamente vulnerabili."
"Ci sottovaluti, Markus" lo riprese Grigor, spegnendo il taxi "Noi siamo il branco di Alexander. Lui ci ha guidato per tutti questi anni, insegnandoci a cavarcela in ogni situazione. Certo, la sua scomparsa improvvisa ci può lasciare confusi, ma non di certo indifesi"
"Grigor ha ragione" intervenne Anya "Io stessa sono più determinata di prima nel difendere il mio territorio, facendolo proprio in suo nome."
"Sono convinto anche io, che nessuno possa attaccarci con leggerezza anche se Alexander non c'è più, ma sono anche convinto che un branco senza un Leader, è una macchina senza l'autista."
Grigor guardò il suo Taxi, e si ritrovò ad immaginarlo acceso ma ovviamente fermo, a consumare benzina. "Quindi cosa suggerisci?"
"Dobbiamo eleggere un nuovo capo branco."
"Forse non ce ne sarà bisogno." disse Rosana, lo sguardo perso nel vuoto. "Sento...qualcosa...la stessa sensazione di sicurezza che avvertivo quando Alexander era con noi...ma non sono sicura."
"Sicura, di cosa?" chiese Grigor
"Credo che Alexander, ci abbia lasciato in eredità un totem."
Tutti guardarono stupiti Rosana, mentre lei sorrideva, con una gioia che non avrebbe dovuto sentire in quel momento di lutto.
"Dobbiamo andare nell'Hisil, e controllare"
"A certo!" esplose Sergej "che idea, posso farvi notare che agli spiriti non va molto a genio che noi ci intrufoliamo in casa loro? Sapete, sarà perchè ogni volta che ne becchiamo uno qui fuori lo ammazziamo di botte, potrebbe essere per quello."
"So benissimo, quali rischi comporta addentrarsi nell'Hisil...devo riflettere..."
"Ragazzi..." Anya aveva lo sguardo fisso verso il tetto del palazzo vicino al B.I.T.E. "credo che abbiamo visite..."

L'enorme Urshul che una volta aveva la fisionomia di Markus, saltava da un tetto all'altro, inseguendo Anya, nella forma Dalu, che fiutava l'odore della loro preda. Poco prima l'aveva vista. Affacciata al parapetto del palazzo davanti al B.I.T.E., mentre li spiava con il suo lungo muso e i denti scintillanti. Era un Beshilu, uno Spirito Ratto, figlio del signore delle pestilenze, e la cosa non faceva che semplificare il compito di Anya: seguire il suo puzzo di fogna.
Sergej li seguiva, direttamente dalla strada, rimanendo mimetizzato da umano, per accertarsi che nessun passante indesiderato potesse incappare nella battuta di caccia improvvisata. Grigor era rimasto con Rosana a difesa del Locus.
L'inseguimento li condusse sino ad uno stabile abbandonato, in fase di ristrutturazione, ai limiti del loro territorio. Il palazzo era a se stante, non collegato a quelli vicini, e dalle sue fondamenta proveniva l'olezzo nauseabondo del Beshilu.
"Siamo arrivati" disse Anya, che di tutta risposta ottenne il ringhio basso e sordo di Markus.
"E' entrato la dentro, probabilmente è sceso nello scantinato. Il bastardo non ci sfuggirà, non stanotte." e detto questo Anya si lanciò oltre il tetto del palazzo su cui erano, gli artigli stretti sul tubo della grondaia, per scendere rapidamente al livello della strada. Markus invece annusò l'aria, calcolò la distanza che lo divideva dal palazzo in ristrutturazione, e poi fece un lungo balzo avvinghiandosi al muro ed entrando da una finestra rotta. Non avrebbe potuto chiedere di meglio, il tempismo del topo era stato proverbiale, dopo la morte di Alexander non desiderava altro che sfogare la sua collera, possibilmente squartando e combattendo dopo aver braccato la sua preda sino alla sua fetida tana.
Scese le scale rapidamente, sino a ricongiungersi con Anya e Sergej che nel frattempo avevano forzato il cancelletto della recinzione del cantiere ed erano arrivati all'ingresso del basamento.
"E' laggiù" Anya guardava la porta, digrignando i denti.
"Perfetto, direi che Markus va avanti, no?" furono le ultime parole di Sergej, mentre il suo corpo lentamente lasciava il posto ad uno snello lupo di colore ramato, che scivolava fuori dai suoi vestiti ormai vuoti.
Markus spalancò la porta delle cantine e scese furioso la rampa di scale, una stanza spoglia lo attendeva. Ma non solo quello. Appena entrato, qualcosa gli calò sulla groppa, mordendolo profondamente ad una spalla, ed artigliandolo ai fianchi.
Stupido! Stupido incoscente! Quei dannati Topi sono molto più furbi di quanto credi, si ripeteva Markus, mentre disarcionava dalla schiena l'uomo ratto, scagliandolo in mezzo alla stanza. Poi gli fu addosso. Ma il maledetto era veloce. Troppo veloce per essere un Beshilu qualsiasi. Ringhiando di rabbia mancò di poco il collo dell'essere, ma questi centrò perfettamente la sua coscia, lasciando profondi tagli.
"Sciocco cucciolo di Uratha, io sono il figlio della pestilenza e sono un signore degli sciami di Beshilu, credi che la tua patetica forma da caccia possa impensierirmi?"
"La sua forma da caccia forse no, ma questa...oh questa ti farà cagare sotto dalla paura..." La voce era di Anya, ma il corpo, quel corpo asciutto ed atletico stava mutando. Le ossa scricchiolavano, i muscoli si ingrandivano mentre potenti mascelle scattavano nell'aria. Il terrore delle notti ora era di fronte al Beshilu. Quello che rimaneva di Anya erano le sue Silver rosse appoggiate ad un lato della stanza, mentre l'enorme Lupo Mannaro colmo di furia si scagliava contro il topo.
La lotta durò poco meno di 10 secondi. Anya colpì profondamente il Beshilu ad un fianco e sul muso, mentre questi affondava inutilmente i suoi artigli nella folta pelliccia del Gauru.
Altre due artigliate, e il sangue del figlio della pestilenza schizzò sulle pareti. Il Beshilu era alle strette, ed alla vista del lupo ramato che scendeva la rampa di scale, capì che di fronte a tre lupi mannari non ce l'avrebbe mai fatta. Abbondonò quindi il corpo del suo ospite. Il pelo e la carne del topo sfumarono, si staccarono e si polverizzarono, mentre a terra cadeva un uomo, probabilmente un barbone, privo di sensi e coperto di ferite.
La furia di Anya si spense poco dopo, il corpo nudo, coperto di sudore e brandelli di vestiti, vibrava ancora per l'adrenalina provocata dallo scontro.
La caccia, per quella notte, era conclusa.
Ma la vera caccia era solo agli inizi.

06 aprile 2006

Capitolo I : Le condoglianze della città (prima seduta 29/03/2006 - seconda parte)

“Ora basta”
La voce di Markus ruppe il silenzio in cui il branco era caduto.
“Dobbiamo seppellirlo, e pensare…”
“Seppellirlo?” il giovane Sergej si alzò di scatto.
“E dove? Magari lo incementiamo in qualche pilastro, come fanno i tuoi amici?”
“Il tuo sarcasmo è decisamente fuori luogo” disse Rosana, asciugandosi l’ultima lacrima
“La situazione è molto grave. Alexander mancava già da un mese, e in cuor nostro sapevamo già che era accaduto qualcosa di brutto. Lui ha avuto la forza di tornare a casa, di tornare e di farci il suo ultimo regalo…”
“Di che stai parlando…?” Grigor intuì qualcosa, nella voce di Rosana
“Sto parlando del suo lascito, del suo vero dono. Della sua eredità.”
“Si, dai usa ancora qualche sinonimo, invece di dirci di cosa si tratta, sono curioso…” Sergej era visibilmente contrariato dai giri di parole che Rosana era solita proporre nei suoi discorsi.
“Sto parlando del Locus. Il nostro Locus è cambiato. Immediatamente dopo la morte di Alexander.”
“Cambiato?” chiese Anya, che nel frattempo aveva disposto in modo rispettoso la salma di Alexander, con il braccio destro sul cuore e l’occhio chiuso.
“Esatto, c’è…qualcosa…intorno. Lo posso vedere in questo momento”
“E cosa c’è?” la voce di Grigor intrisa di speranza.
“Una forza di spirito…un corpus in formazione, e il Locus si è ingrandito, la sua influenza ora è maggiore…e maggiore è la sua attrazione.”
“Questo potrebbe anche essere un male” Markus scansò Sergej e si diresse al corpo di Alexander “Francamente, quello che mi interessa ora, è trovare chi ha fatto questo, e fargli capire quanto la cosa non mi sia andata per niente giù…”
“Markus!” ringhiò Rosana “non ti azzardare a parlare di vendetta davanti al suo corpo!”
Markus rimase impassibile, gli occhi fissi su Alexander
“Anya, chiudi il locale . Grigor…porta il taxi nel vicolo. Sergej aiutami” e dicendo questo prese la salma per le spalle, mentre Sergej lo aiutava prendendola per i piedi.
“E sentiamo, dove lo porteresti?” chiese Rosana
“Nella Neva. La Neva sarà la sua tomba.”

Pochi minuti dopo erano tutti pronti, nel vicolo del B.I.T.E.. Grigor attendeva, il motore acceso al minimo, mentre Anya faceva da palo all’uscita sulla strada principale. Rosana guardava la scena dalla finestra della sua camera, al primo piano dello stabile del B.I.T.E. mentre Markus e Sergej stavano per caricare il corpo di Alexander nel bagagliaio del Taxi.
Ma per quanto attenti e pronti a qualunque evenienza rimasero stupiti dall'apparizione di un uomo, nel fondo del vicolo. L'uomo era fermo, un lungo soprabito scuro lo avvolgeva, e in testa portava un cappello a tesa larga. Si mosse verso di loro, con passi pesanti e ben calcolati, quasi il suo corpo fosse rigido alle giunture. Ma fu proprio quella camminata a far capire al branco di chi si trattava.
"Ma che diavolo ci fa qui...?" si chiese Markus, adagiando con calma il corpo di Alexander sul terreno.
"Porto le mie condoglianze, ai cuccioli rimasti orfani." La voce roca e profonda e il viso di asfalto, con alcuni ciuffi di erba tra le crepe, tolsero ogni dubbio. L'uomo era Dolstoy, lo spirito della città vivente.
"Dolstoy, ci mancava lui" Sergej si portò le mani alla testa e guardò in cielo.
"Sempre lieto di rivederti, Sergej, ancora problemi con le prese elettriche del tuo appartamento?" un sorriso stentato fu l'unica risposta.
"Dolstoy, siamo lieti della tua presenza" esordì Grigor, uscendo dal Taxi "Accettiamo le tue condoglianze."
Dolstoy si avvicinò, con la sua tipica camminata, sino al corpo di Alexander
"Umpf, come ti sei fatto conciare Alex." il ringhio di Markus riecheggiò per tutto il vicolo.
"Io, non lo ripeterei, fossi in te..."
"Calmo, cucciolo. Io e il papà eravamo d'accordo per questo."
"D'accordo?"
"Mi ha fatto promettere che, se gli fosse accaduto qualcosa, io avrei dovuto disporre del suo corpo."
"Lui, ti ha detto questo?"
"Ti stupisce così tanto? Forse ti sfugge il dettaglio che eravamo amici, per quanto uno come lui possa essere amico di uno come me..."
"Dolstoy" Rosana uscì dalla porta del B.I.T.E. "Ti ringrazio sinceramente per quello che farai"
"Fosse per me ve lo farei pure gettare nella Neva, ma si da il caso che io sia uno di parola."
"Dove lo porterai?"
"Nel luogo dove tutti voi potrete vederlo, e da dove lui potrà sempre vegliare su di voi"
"Ah, fantastico. Addirittura sulla Luna?" ribattè scherzoso Sergej.
Dolstoy prese in braccio la salma di Alexander, guardò uno ad uno i membre del branco e poi si girò. I suoi passi erano pesanti, e a poco a poco l'asfalto sotto di lui incominciò a cedere, ma non per via del peso, era come se l'asfalto lo stesse avvolgendo, portandolo al suo interno.
"Lo porterò nella cupola d'oro della cattedrale. E' il luogo dove solo le persone più pure possono riposare. Vostro padre era puro, molto più di quanto lo fossero i suoi assassini."

Il branco rimase a guardare Dolstoy, mentre lui si inabissava nell'asfalto assieme ad Alexander.
Di li a poco una nuova alba sarebbe sorta sulla città di Sanpietroburgo, e il primo ad essere baciato dai suoi raggi, sarebbe stato proprio Alexander.

Alexander...Non riesco a pensare ad altro...Alexander... E' morto. Dopo molti anni mi sento di novo smarrita, e nonostante non sia più sola ma ci sia il branco con me...ho paura. Paura del futuro senza una guida, paura per i nostri fratelli più giovani e paura dello sguardo colmo di rabbia di Markus...
Per nostra natura siamo preda della rabbia, soggetti alla furia...ma ciò che il nostro padre spirituale ci ha insegnato è proprio abbandonare il rancore, cacciare solo per difesa, rispettare il mondo che ci circonda...

Eppure quel profondo moto di rabbia che abbiamo provato tutti alla vista del sangue di Alexander non è rimasto muto nei nostri cuori. E' stato avvertito, percepito, fiutato da qualcosa... Gli spiriti sono inquieti...il nostro locus è ammantato di una nuova, potente energia.

03 aprile 2006

Ululato di servizio


Rompo momentaneamente il continuum delle notti di caccia per fare due avvisi importanti:

Come noterete ora abbiamo un "sito gemello" dei nostri compari californiani raggiungibile tramite il link nella sidebar a destra. I ragazzi di Cronache Californiane sono molto seri e il loro sito è davvero accattivante, merita di essere visitato.

e ultimo ma non meno importante...

il sito di Mondo di Tenebra ha pubblicato una news su di noi!!
la news è raggiungibile a questo link.

Troverete un'esauriente introduzione al nostro blog scritta dal vostro narratore preferito.
Per ora è tutto. Affilate le zanne, carne fresca in arrivo...

Markus Drovsky


Mi chiamo Markus Drovsky, sono nato nella periferia di Mosca in un inverno di 35 anni fa. I miei genitori erano gente umile. Mio padre lavorava come corriere per una piccola ditta, mia madre faceva la casalinga nelle case del quartiere. Sono cresciuto andando in giro con mio padre mentre faceva le consegne, girando per i quartieri, anche i peggiori, della città e anche fuori quando serviva.
Quando avevo 16 anni ci siamo trasferiti a San Pietroburgo , mio padre ha trovato lavoro al porto e mia madre altre case da accudire. Avevamo trovato un alloggio nei pressi del porto, e cosi ho cominciato a frequentare i ragazzi che giravano li, poi dopo qualche anno ho cominciato a frequentare anche altra gente...è cosi che sono entrato a far parte dell'organizzazione. Ho cominciato con lavoretti piccoli,poi via via sempre più grossi e...beh sporchi...
Proprio mentre facevo uno di quei lavoretti una notte di 7 anni fa è successo qualcosa che mi ha fatto vedere la vita in modo diverso da come la conoscevo...diversa in tutto...
Era gia un po' di giorni che mi sentivo strano, attratto da cose che prima mi lasciavano indifferente; io, che da quando potevo permettermelo mi trastullavo con il buon vino italiano e i cibi particolari, avevo sempre più voglia di mangiare solo bistecche ai ferri molto al sangue e mi soffermavo spesso a guardare il cielo la notte...comunque mentre lavoravo per commissione dei miei capi mi sono trovato a "incoraggiare" un tipo a restituire dei soldi in una notte di luna piena quand'ecco che alle mie spalle spunte "qualcosa" che mi prende e mi morde le spalle lasciandomi quasi privo di sensi. Nel mio lavoro non puoi andare in ospedale e dire "ehi, sono ferito curatemi" quindi sono andato nell'unico posto dove sapevo sarei stato al sicuro: casa dei miei...e li fu il mio sbaglio...per fortuna non ricordo bene cosa accadde, ma i frammenti di sensazioni che ho mi bastano per intuirlo...sangue...ossa spezzate...furia incontenibile che si sprigiona...e poi la Luna, alta splendida e piena...
Poi il nulla...ricordo solo che poco dopo arrivò Alexander. Alexander, l'uomo... beh...l'essere a cui forse devo di più della mia vita. Mi spiego cosa ere successo, cosa mi era successo, cos'ero diventato. Mi raccontò tutto e...e mi chiese scusa...scusa per non essere arrivato prima; mi disse che erano giorni che mi cercava e quella notte era stato trattenuto da altri e quindi non aveva potuto darmi lui il "morso" come avrebbe voluto. Non sapeva chi era stato al suo posto ma visto che ero stato abbandonato, mi offrì di entrare a far parte del suo branco, il branco che stava creando a San Pietroburgo.
Io accettai, che altro avevo da fare dopo quello che mi era successo e quello che avevo fatto, ed è cosi che inizio tutto...che iniziò la mia vera vita, una vita in cui altri come me , mi disse Alexander, sarebbero presto entrati a far parte e che io avrei dovuto aiutarlo in questo...
Ululando alla luna.
Ma in fondo perchè vi racconto la storia del mio passato?
Non ha alcun valore per me; quello che conta è il presente e il futuro.
Con il mio branco. Il branco di Alexander...