29 marzo 2006

Rosana Djorkova


Erika piange tra le mie braccia, raccontandomi la sua storia, e come tutte le ragazze che lavorano per me prima o poi fanno, mi chiede di condividere con lei la mia, di storia...
Comincio a raccontarle della mia breve infanzia accanto ad un padre violento e della fretta di crescere per poter decidere del mio futuro. In realtà l'unica decisione che presi fu quella di lasciare Tver (una piccola cittadina vicino a Mosca) rubando alcuni soldi a mio padre per trasferirmi qui, a San Pietroburgo. Ero una ragazzina di 18 anni, precoce e disincantata...quando capii che il lavoro era troppo duro per le mio corpo gracile, mi ritrovai a prostituirmi, quasi sempre per strada e per pochi soldi fino a quando non incontrai Alexander... Lui vide in me qualcosa che io stessa non sapevo di avere...e mi prese al suo fianco. Fu lui a trovarmi questo locale da gestire e mi diede i contatti giusti per sopravvivere... In pratica mi diede una nuova vita.
Erika si asciuga le lacrime, sembra più serena quando finisco di raccontare e si alza avvicinandosi alla porta con quel suo passo sensuale che le procura tanti clienti quanto i suoi enormi occhi verdi. "Tu sì che sei stata fortunata..." mi dice prima di sparire nel corridoio.
Continuo a fissare la porta pensando alla storia che ho appena raccontato e a ciò che non dico di questa storia. Alexander mi diede una nuova vita...ma non questa. Mi regalò una vita fatta di zanne lucenti, una vita che ha il sapore del sangue e che rincorre la luna sradicando il mio essere che viene gettato in un mondo che non è più questo ma ne è la causa e la ragione...

1 Commenti:

Blogger Zer0 ha detto...

Pure io ho le lacrime...per le cento volte che ho dovuto correggere un passo della storia, vero Nami?!?

Comunque molto bella, semplice ma che esprime il concetto del personaggio.

Mi è piaciuta moltissimo l'ultima frase.

(smack smack smack smack)

5:57 PM  

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