26 febbraio 2009

CAPITOLO XIX: Il fuoco e la passione

La pioggia battente trasportò Rosana dal profondo sonno in cui era caduta, dopo la notte di passione con Derek, sino al dormiveglia. In quell'annebbiato frangente della coscienza tutto era perfetto, non c'erano problemi ne angosce, e il caldo abbraccio delle coperte faceva come da scudo verso il mondo esterno. Il profumo di quello che ora era diventato il suo uomo le riempì le narici, e l'aiutò ad allontanarsi ancora un poco dal limbo tra la realtà e il regno di Morfeo. Una volta completamente sveglia, Rosana notò che non era pioggia il rumore che l'aveva destata, ma il getto della doccia dove evidentemente Derek si stava lavando, non essendo a letto con lei. La sera appena passata le sembrava così innaturale, sentiva una sensazione strana dentro di lei, un misto tra un tradimento verso il branco ma al contempo di un gesto che l'aveva fatta ritrovare con se stessa. Ma i suoi problemi intimi, purtroppo, non erano nulla a confronto della situazione in cui stava volgendo la vicenda dell'assassinio di Alexander.
La doccia si spense, e il rumore della tendina per l'acqua fece intendere a Rosana che Derek aveva finito. Usò quegli ultimi momenti per dare una riordinata ai suoi pensieri e soprattutto al da farsi, poi la porta del bagno si aprì.
"Hey, ti ho svegliata?" Derek era a petto nudo, solo un asciugamano gli cingeva la vita coprendolo sino alle ginocchia.
"No, non ti preoccupare, mi sarei svegliata lo stesso, sono solitamente mattutina"
"Capisco, ma sono le due del pomeriggio."
Rosana, all'udire l'ora, trasalì. Era tardissimo! Il resto del Branco l'avrebbe sicuramente avvisata se fosse successo qualcosa, ma la sua assenza dopo le vicende all'Anarchy era intollerabile, c'erano serie decisioni da discutere, e senza di lei sarebbero state alla mercè di Markus e del suo modus operandi.
"Oddio Derek, è tardissimo, avresti dovuto svegliarmi prima, io....è tardi, devo tornare al Locale."
"Non ti preoccupare, ti accompagno, il mio turno al distretto inizia fra un'oretta."
Derek si sedette sul letto, gli occhi fissi in quelli di lei.
"Quello che è successo questa notte....so com'è la tua vita, e tu sai benissimo qual'è la mia, io non voglio che ci buttiamo in qualcosa più grande di noi senza aver parlato di..."
Il bacio di lei lo zittì.
"Viviamola d'istinto, l'animo umano non è soggetto a programmi o a restrizioni, è libero, come il vento. Lasciamoci trasportare."
Non uscirono di casa, se non tre quarti d'ora dopo.
* * *

Grigor era seduto al bancone del B.I.T.E., il suo orologio da polso con il cinturino strappato era stretto nelle sue mani. Stava ripensando alla notte appena passata e si chiedeva cosa diavolo stesse facendo Rosana per tardare così tanto, anche se in realtà sapeva benissimo la risposta. Ma non era quello che lo turbava, piuttosto l'aver ceduto alla Furia, e l'aver ammazzato Volpe Grigia senza riuscire a strappargli una qualche informazione, oltre che alla gola. Tornò coi ricordi in quella stanza e si vide senza controllo, totalmente slegato nella Furia, affondare le zanne nel collo dello Spetsnaz e poi tirare con forza all'indietro, imbrattando di sangue se stesso, gli altri e gran parte della mobilia di fronte a lui.
"Che diavolo hai fatto, cazzo!!" gli urlò Sergej "Questo figlio di puttana ti ha provocato apposta!" ma Grigor non era più in se, e subito si calò di nuovo sul corpo di Volpe Grigia, sbatacchiandolo per la stanza come fa un cane con uno straccio.
"Hey Grig! Basta! Fermati!" Anya gli fu addosso, lo strinse a se, aggrappata alla sua schiena, e dopo qualche istante sentì un fremito percorrere il corpo di Grigor, seguito dal tonfo sordo del cadavere. Lentamente Grigor tornò in se, il corpo ricoperto di sangue, la mente devastata dagli eventi appena accaduti.
"Io....io non so....." non riusciva ad articolare le parole, guardò il corpo di Volpe Grigia, orribilmente sfigurato, e per un attimo vide il corpo di Alexander. Nel profondo del suo animo sorse un gusto appagante di vendetta, ma proprio questo sentimento lo fece sprofondare nella tristezza, immaginando la delusione che avrebbe provato Alexander per lui.
"Hey Grig, è fatta, torna con noi, abbiamo bisogno di agire in fretta!" Sergej riportò Grigor alla realtà, una realtà poco piacevole. In lontananza le sirene dei poliziotti erano in avvicinamento, la situazione stava precipitando. Grigor si guardò intorno, non potevano andarsene a mani vuote, erano nella tana della Volpe, ci doveva essere pur qualcosa di utile. Anya rovistò negli armadi, Grigor perlustrò la stanza dove si trovavano, mentre Sergej stava armeggiando vicino al telefono.
"Non c'è assolutamente niente! Maledizione!" le urla di Anya provenivano dalla camera da letto, e Grigor stesso non aveva avuto più fortuna. Non una nota, non un ordine. Niente.
"Andiamocene, ho quello che ci serve!" disse Sergej, dopo aver messo giù la cornetta. "Fortunatamente le telefonate della compagnia telefonica di questo albergo sono facilmente rintracciabili, ho mandato un segnale al mio modem a casa da questo telefono, posso risalire ai numeri chiamati."
"Hai fatto, cosa?" disse Anya guardando il telefono come fosse una strana creatura cibernetica aliena.
"Non c'è tempo per le spiegazioni, ottimo lavoro Sergej, ora fuori di qui...vi raggiungo subito..." Anya e Sergej uscirono di corsa, diretti verso casa. Grigor rimase ancora un minuto nell'appartamento, giusto il tempo per bagnare stracci e divano di tutti gli alcolici del frigo bar, e dare fuoco all'intera stanza.
Nella strada sottostante la Polizia arrivò ad incendio ormai appiccato, troppo indaffarati ad avvisare i pompieri, troppo indaffarati a far uscire le prime persone dallo stabile, troppo indaffarati per notare tre lupi scappare e scomparire nel buio della notte.
Avete sentito ululare anche voi...?