14 aprile 2006

Capitolo VI : Una visita esplosiva (seconda seduta 05/04/2006 - quarta parte)

"Grazie signora, e arrivederci!"
Grigor incassò la somma della sua ultima corsa della mattina, quasi esausto di aver parlato di nipotini pestiferi e mariti infedeli per tutti i 25 minuti che aveva passato con l'ultima cliente. Lui era sempre solito parlare a valanga con i suoi passeggeri , anche se questi non lo ascoltavano, ma quest'ultima aveva retto abbastanza, anzi, aveva dato del filo da torcere alla parlantina sciolta di Grigor.
Ma di sicuro i clienti che parlavano tanto quanto lui non erano certo la sua preoccupazione in quel momento. Fermo col taxi davanti ad una rosticceria, a mangiare un panino assortito di qualunque ingrediente immaginabile, Grigor aveva in testa solo un pensiero: il Centro Commerciale Pietrogrado. Aveva finito il suo turno del mattino, e il pomeriggio sarebbe stato sostituito da un collega che gli doveva un favore. Aveva tutto il tempo che voleva per andare a dare un occhiata laggiù, e il suo istinto gli diceva che non c'era tempo da perdere. Gettò la carta che avvolgeva il panino in un lato della strada e saltò in macchina, la radio accesa al massimo su una canzone rap molto in voga al momento, e una direzione sola in testa.

Da Sanpietroburgo il Centro Commerciale Pietrogrado era raggiungibile in soli dieci, quindici minuti di macchina. Sarebbe dovuto essere una perla di ingegneria e tecnologia, automatizzato, ampio parcheggio, climatizzato, più di 80 negozi, un parco, e un supermercato con prelibatezze provenienti da tutto il mondo. Purtroppo la caduta del regime di stato, la mancanza spropositata di fondi, e qualche distratta manovra fiscale, avevano decretato la prematura morte del Centro, lasciandolo incompleto e abbandonato, un intricato intreccio di cemento e acciaio nel bel mezzo del nulla.
Grigor raggiunse un cancello secondario, tramite una strada sterrata poco utilizzata, e fermò la macchina. Il complesso B, a cui faceva riferimento il notes del barbone, doveva essere quello che vedeva a non più di 300 metri da lui, una grande torre di vetro e ferro che sarebbe dovuta diventare la zona ristoro con un bar al piano terreno e 5 ristoranti sui 5 piani soprastanti. Ora non era altro che una grossa e inutile montagna trasparente. Grigor si guardò bene intorno, annusando l'aria. Nessuno in vista. Si tolse i vestiti, il fisico asciutto sferzato dal vento, e si trasformò. L'agile Urshul, un grande lupo antropomorfo di colore grigio chiaro, saltò agilmente il cancello metallico con il filo spinato in testa e si mise a correre verso lo stabile. Man mano che si avvicinava però avvertiva cose che non gli piacevano. Tracce di lotta. Odore di furia. Sangue.
Si fermò.
Poco prima dell'ingresso una grossa traccia di sangue rappreso era disegnata per terra, uno schizzo fuoriuscito da qualche creatura. L'odore non gli ricordava nessuno in particolare. Entrò cautamente, l'aria era pesante, scaldata dal sole che filtrando dalle grandi finestre, faceva sembrare di essere sotto ad una lente d'ingrandimento gigante. Il posto era un macello. Parecchie vetrate del pianterreno erano distrutte, evidenti segni di lotta erano ovunque, schizzi di sangue, impronte di artigli, ciuffi di pelo. Grigor seguì i segni della battaglia sino al piano superiore, che trovò in condizioni simili, eccetto una larga pozza di sangue in un lato della stanza. Si avvicinò e il flebile odore di quel sangue gli fece venire le lacrime agli occhi. Era sangue di Alexander. Molto probabilmente era li dove il colpo fatale lo aveva raggiunto. Oppure era il luogo dove il suo braccio si era staccato. Grigor si concentrò e notò che le tracce della battaglia proseguivano, sino ad una grande porta finestra infranta. Da li Alexander era riuscito a fuggire, o almeno a scagliargli attraverso qualcosa grosso come un Gauru. Grigor si affacciò. E la vide. La Bmw nera si stava avvicinando a grande velocità, proveniva dai cancelli a nord, quelli opposti a dove aveva lasciato il Taxi. La macchina fece una derapata e si fermò a una decina di metri dallo stabile in vetro. Dalle portiere posteriori uscirono due uomini, vestiti in mietica nera, passamontagna in testa, con gibernaggio completo e un Ak-47 imbracciato. La loro direzione era evidente. Sarebbero entrati in pochi secondi, Grigor non poteva farsi trovare li, doveva assolutamente nascondersi. Ma il palazzo era interamente in vetro, i luoghi dove un grosso Lupo mannaro poteva nascondersi non erano molti.
Corse al piano terra, cercando di utilizzare più copertura possibile, ormai i due erano in procinto di entrare. Non c'era più tempo, e Grigor guardava il bancone del Bar abbandonato desiderando di essere al B.I.T.E.

Volpe Grigia si accostò alla porta dello Stabile B. Una rapida occhiata all'interno col pugno sinistro alzato. Poi aprì la mano, facendo cenno al suo compagno di seguirlo. Polvere si alzò dalla posizione di puntamento inginocchiata su cui si era fermato e seguì il compagno all'interno della struttura. Fecero un rapido giro del pianterreno, controllando sommariamente tutte le stanze.
"I segni di lotta sono dappertutto" la voce modulata dalla radio di Volpe Grigia arrivò a Polvere, che in quel momento era salito al primo piano.
"Affermativo. Anche il primo piano ne è pieno. Dovremo bonificare l'intera zona."
I due si ricongiunsero al piano terra. Volpe Grigia copriva Polvere mentre quest'ultimo piazzava cariche di semtex su pilastri dello stabile strategicamente individuati.
"Cariche A, B, C e D piazzate, tempo di bonifica 20 secondi. Abbandonare." Furono le sue parole dopo aver innescato l'ultima carica. Il duo armato si allontanò guardingo dalla struttura e poi si misero a correre per raggiungere la macchina che li attendeva. Salirono e questa partì a tutta velocità.
Venti secondi più tardi lo stabile B collassò su se stesso lasciandosi alle spalle una grigia nube di polveri e detriti.
E un piccolo lupo grigio che correva a tutta velocità.

Nascosto nel frigobar del bancone, Grigor aveva avvertito i movimenti dei due Spetsnatz. Gli aveva sentiti setacciare il pianterreno e anche il primo piano. Avevano parlottato tramite radio e poi si erano messi a collocare cariche esplosive. Grigor non aveva tempo. Sgusciò lentamente fuori dal suo nascondiglio e si mise a fissarli, parzialmente nascosto dall'angolo del bancone.
Ognuno di noi ha un nome che sente suo. Le parole di Alexander gli riecheggiavano in testa.
Gli esseri umani sono facile preda dei loro stessi sentimenti, e tutto quello che è di superficiale può essere tranquillamente letto su di loro. E ora ti insegnerò a farlo.
E Grigor imparò molto bene. I nomi Volpe Grigia e Polvere si rivelarono a lui, come se li avesse sempre saputi. Ma il tempo era sempre meno. Avevano oramai minato 3 dei 5 pilastri portanti della struttura. Grigor sgattaiolò dietro il banco, sino a raggiungere una saletta posteriore dalla quale uscì, grazie ad una finestra rotta. Fece il giro dello stabile giusto in tempo per vedere Volpe Grigia e Polvere uscirne di corsa, e per poter memorizzare la targa della macchina che, una volta caricati i due uomini, partì a tutta velocità.
Senza pensarci su due volte, Grigor la imitò, scappando dalla parte opposta.
L'onda d'urto della deflagrazione lo raggiunse appena, facendogli fischiare le orecchie.

Ancora una volta il suo istinto lo aveva guidato bene.

1 Commenti:

Blogger Zer0 ha detto...

WHO LET THE DOGS OUT?

WHO? WHO?WHO?WHO?

WHO LET THE DOGS OUT?!?!?

10:58 AM  

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