11 aprile 2006

Capitolo IV : Il passaggio (Seconda seduta 05/04/2006 - seconda parte)

"Ma che significa?"
Anya guardava con curiosità lo strano simbolo inciso sul barbone.
"Sembra una specie…di ragno…ma mi sembra un disegno troppo complesso per raffigurare solo un ragno…dovremmo ricopiarlo per poterlo studiare."
Markus emise uno stridio con le zanne, quasi a ricordare vagamente una risatina, mentre si avvicinava al petto dell’uomo, saggiandone la consistenza con la lingua. Poi appoggiò un artiglio sullo sterno e con un unico movimento ne incise profondamente le carni togliendo letteralmente la parte di pelle sulla quale era incisa l’immagine. Poi rivolse lo sguardo ad Anya.
"Che c’è? Vuoi un biscotto per il bel lavoro cucciolone?" Anya avvolse il macabro prodotto di Markus in un lembo stracciato di quella che era la sua maglia attillata, poi assunse nuovamente la forma Dalu, la peluria accentuata su tutto il corpo e zanne e artigli pronti a lacerare. "Ok, ora muoviamoci. Infiliamo il ragazzone nel buco della sala caldaie e filiamocela."

"Gli altri saranno qui fra una ventina di minuti, se vogliamo andare dobbiamo farlo adesso."
Grigor era in piedi davanti al Locus, pronto ad effettuare il passaggio del Guanto.
"Allora sono pronta, non potrei comunque aspettare oltre, e preferisco di gran lunga andarci accompagnata da te, Alexander ti ha insegnato bene a viaggiare."
"Si, diceva che la mia indole così aperta verso le altre persone era un prerequisito essenziale per essere un buon apripista"
"Direi quindi che aveva ragione" disse Rosana, appoggiando le sue mani sulle spalle di Grigor
"Quel uomo ha mai avuto torto?" La voce velata dalla malinconia "Forza allora, andiamo a vedere che sta succedendo."
Grigor appoggiò le mani sulla cornice del quadro, il loro Locus.
"Chiudi gli occhi"
Rosana obbedì. Per qualche istante vide solo il buio. Poi avvertì il cambiamento attorno a lei. Era come un vento, un vento caldo che soffiava verso il Locus, le accarezzava i capelli, le riempiva le narici di una moltitudine di odori, e la incitava a rilassarsi e al lasciarsi andare, cullata in quella brezza.
Poi la calma. Calma e voci. Sussurri lontani, monotone litanie ripetute all’infinito, cori di voci senza significato.
Di nuovo silenzio.
Poi nuovamente la brezza, ma questa volta con direzione opposta e con temperatura molto più bassa di prima. Freddo, un freddo polare si stava facendo strada nelle membra di Rosana, arrivando a toccare le ossa. O forse ancora più all’interno di lei. Poi se ne accorse. Non era lei ad avere freddo. Lei era il freddo. Era il freddo, era i canti che aveva sentito, era il vento caldo che l’aveva trasportata. Fu allora che aprì gli occhi. Le sue braccia, appoggiate alle spalle di Grigor, erano di un azzurro intenso, quasi trasparenti, pervase da flussi di energia bianca che disegnavano su di esse strani glifi che trasmettevano significati molto profondi. Lo stesso Grigor, davanti a lei, non era più l’uomo che conosceva, ma era diventato la sua visione spirituale, il modo in cui l’Hisil lo vedeva, o forse la sua vera forma. Un lupo antropomorfo dal colore grigio chiaro, pervaso anche lui da violacee linee di essenza. Ma non solo loro erano cambiati. Il quadro non recava più alcuna immagine, era come un buco rettangolare, bianco, sul muro della cantina, anche lei cambiata. Le sue pareti erano più chiare, e le ombre che era solita proiettare la tiepida luce appesa al soffitto, erano invertite. Era come guardare una fotografia in negativo.
Grigor si girò, i movimenti erano sfuocati, quasi al rallentatore.
"Eccoci arri..." lo stupore si tinse sul suo volto. Rosana si girò di scatto, a guardare il centro della cantina spirituale. Una creatura era seduta, dando le spalle ai due fratelli. Era un lupo di colore indaco, con varie sfumature bianche sul suo corpo. Ma non era un semplice spirito-lupo. La sua essenza permeava l'intera stanza e la sua aura emanava fermezza e saggezza, procurando nei cuori di Rosana e Grigor un forte senso di rispetto verso quell'essere.
"Siete giunti, alfine, ciechi lupi del mondo di sangue e carne..." La voce dello spirito sembrava provenire dall'intera stanza. Rosana ne era affascinata. Insieme ad Alexander aveva imparato a comunicare e a come comportarsi di fronte ad uno spirito. Le aveva insegnato ad usare gli occhi dell'anima, per poter guardare dal mondo reale al mondo dell'ombra e l'aveva ammonita su quanto pericolose fossero le lande dell'Hisil.
"Dimmi, Spirito di Lupo, qual è il tuo nome?" La voce di Rosana era diversa dal solito, come tutto del resto in quei luoghi. Aveva un leggero eco di sottofondo che pareva acuirsi e abbassarsi di tono in modo casuale."Quale che sia il mio nome, non è dato da sapere a cuccioli dispersi. Perchè mai dovrei rivelarvelo?"
"Hai sconfinato nei nostri territori, e questo Locus è di nostra appartenenza, se vuoi rimanere devi rivelarti." Rosana parlava con determinazione.
"Parli con saggezza, Lupo della Luna Crescente. E con saggezza verrai ricompensata." Gli occhi di Rosana si chiusero, da soli. Grigor la guardava mentre lo spirito del lupo si alzava in piedi, mostrando più di quanto un lupo dovrebbe possedere. Girandosi verso di loro dispiegò lunghe ali candide, e la sua coda di fiamma lucente illuminò la stanza a giorno.
Un nome apparve nella mente di Rosana, come un ricordo.

Deran Xa El

Il Giusto Lupo della Vendetta