Capitolo XVIII : Baci al chiaro di luna
Derek era rimasto sorpreso dalla richiesta di Rosana.
"E cosa dovrei scoprire, scusa? Più di quanto non sappiamo già?"
"Che intendi?"
"Ros...l'Anarchy è sotto controllo da tempo...Le bande di Punk e drogati fanno tutti capolino li ogni tanto, quando hanno bisogno di soldi, e sappiamo anche perchè."
"Sapete del mercante?"
"Certamente. E' una figura risaputa al distretto. Ma, aimè, non l'abbiamo mai colto nell'illegalità. Complice anche il fatto che è dannatamente introvabile, al di fuori delle serate del suo locale"
"Capisco..." Rosana si era seduta sul divanetto del modesto salotto dell'appartamento di Derek. Sembrava che il suo stipendio non gli permettesse granchè come mobilia.
"Senti, comunque mi farebbe piacere se tu potessi controllare i movimenti per me, sarebbe un grande favore."
"Rosana, lo sai che per te e le ragazze farei di tutto, e non fraintendermi" disse Derek sedendosi a fianco a Rosana, i suoi occhi persi in quelli di lei
"Ma devi essere sincera con me. Io non sono un Detective Privato, ho una posizione al distretto che mi sono guadaganto. E per quanto voi mi stiate a cuore, ho dei limiti legali che non posso sorpassare."
"Capisco" disse Rosana, distolgendo lo sguardo. Di tutti gli umani che aveva conosciuto, anche in modo molto intimo, Derek rimaneva un mistero per lei. Sembrava quasi che riuscisse a sondarle l'anima, arrivando a quella Rosana scomparsa ormai da tempo.
"Stai bene, vestita così" interuppe i suoi pensieri Derek
"Per cortesia Derek, è un vestito da discoteca"
"Già, ma questo non fa diminuire la tua bellezza" Derek le prese le mani nelle sue.
"Perchè sei venuta qui a quest'ora di notte, avresti potuto dirmi tutto questo anche domani..."
"Non so, mi è sembrato giusto venire ora, io..." Rosana si sentiva turbata. Era vero. Perchè era andata da Derek subito? Avrebbe potuto benissimo telefonargli e vederlo il giorno dopo. Per quale motivo aveva preferito chiedere aiuto ad un umano, piuttosto che rifugiarsi nel caldo abbraccio del suo branco? Cosa la incuriosiva in quell'uomo? Forse era proprio per quella sensazione che le trasmetteva, forse è perchè riusciva in qualche modo a farle dimenticare le brutte cose e a riaccendere il suo lato umano, quel lato che ancora aspettava di essere colmato con dell'amore sincero.
"...io credo...credo di averlo fatto perchè..."
Le loro labbra si incontrarono a metà della frase. Ma mai frase ebbe un senso più completo di quella, in quei giorni di tristi e confusionari eventi.
Grigor salì i pochi gradini che dal marciapiede portavano alla porta d'ingresso dell'Hotel. L'odore del bastardo proveniva da dentro. Si girò verso Sergej ed Anya. I tre si capirono al volo.
Anya corse in un vicolo laterale, assunse forma Dalu e si mise ad arrampicarsi sino al tetto, seguita da Sergej. Grigor tornò in forma umana ed entrò nell'Hotel. Ci mise poco a scoprire, dal vecchio ubriaco dell'uscere, in quale stanza risiedesse il suo "amico rientrato mezz'ora prima", e si diresse alla sua porta. Sergej ed Anya, sgusciarono attraverso il lucernario e la soffitta, sino a ricongiungersi a Grigor, così da non lasciare indizi di tutti e tre in giro per l'Hotel a quell'ora.
"Siamo pronti?" chiese Grigor
"Siamo nati pronti" disse Sergej. Anya lo guardò disgustata "Ma che cazzo di frase fatta sarebbe?"
"Oh allora!! Quando dico qualcosa di figo io dev'essere per forza una stronzata? Markus ne dice cinque al giorno!"
"Si ma Marlus lo fa con stile" commentà Anya
"Ragazzi...avremmo un lavoro da fare...Sergej, prego."
"Tsk..cosa fareste senza di me." per Sergej fu facile, entrare in sintonia con lo spirito elettrico dello stabile e spegnerne tutte le luci. Contemporaneamente partì l'azione.
Grigor sfondò la porta, mentre Anya si scagliava in avanti. Ma quello che li accolse non era certo quello che si aspettavano. Una raffica di mitragliatore li raggiunse in pieno corridoio, ferendoli di striscio in modo non grave. La Furia allora prese il sopravvento. I due Urshul capitombolarono nell'appartamento, incuranti delle pallottole. Volpe Grigia era barricato nella stanza di fronte all'ingresso, dopo un breve corridoio, riparato dietro ad un tavolo ribaltato a mo di barricata. Li stava aspettando. Grigor ne fu certo, mentre era concentrato a rigenerare i danni delle pallottole. Il bastardo lo aveva fatto apposta, aveva camminato lentamente per lasciare nitida la traccia del suo odore. In macchina aveva fumato ben tre sigarette, così da lasciargli una traccia inconfondibile con i mozziconi lanciati dal finestrino, e una volta arrivato all'Hotel, aveva camminato sino alla sua porta, sfregando una mano sulle pareti. Erano stati ingannati dal loro senso più sensibile.
Ma poco contava, ormai Volpe Grigia era alla loro mercè. Grigor ed Anya gli furono addosso in poco tempo. I possenti artigli Urshul lo disarmarono, ferendolo profondamente al braccio e disintegrando la sua patetica barricata e poi lo bloccarono a terra. Grigor assunse forma Dalu.
"Allora, Volpe Grigia. Sarebbe il caso di darci risposte ora, che dici?" Volpe Grigia sputò sangue e poi rispose sorridendo "E perchè dovrei? Se mi uccidete, non saprete un bel niente!"
"Vuoi scommettere?" Grigor conficcò profondamente gli artigli nelle carni di Volpe Grigia che soffocò un urlo.
"Il tuo compare è già morto e sappiamo che fai a capo di un certo Generale. Chi è? Dove lo possiamo trovare?" il bastardo rispose ridendo "Cosa credete, che io sia debole come quell'idiota di Polvere? Credete che ceda così facilmente alle vostre torture? Sono stato addestrato per questo, io..." il braccio di Volpe Grigia si spezzò sotto la pressione della zampa di Anya. Lo Spetsnaz quasi svenne dal dolore.
"Allora, tesoro. Sarà meglio che incominci a cantare, prima che ti riduciamo ad un invertebrato."
"Già, dovrei..." ansimava Volpe Grigia "ma sai cosa farò prima? Prima ti dirò che il casino che abbiamo fatto qui avrà già allertato la polizia, ed i miei 'amici' ormai staranno arrivando, e poi vi vorrei raccontare di quanto è stato appagante, ammazzare il vostro putrido capo branco..."
Per la prima volta, Grigor sentì il bisogno irrefrenabile di uccidere. Voleva sentire il sangue di quell'uomo scorrere. Voleva sentire il suo cuore cessare di battere. Mai avrebbe immaginato che la bestia, slegata dai catenacci della ragione, fosse talmente affamata di furia e sangue da condurlo al limite della sopportazione. Voleva Volpe Grigia morto. E lo voleva in quel momento. Cercava di rimanere in ascolto della sua coscienza, ma tutto quello che sentiva era un'eco lontana di sirene in avvicinamento e le urla dei coinquilini affacciati alla stanza. Quindi si lasciò andare.
"Me lo racconterai all'inferno, stronzo.." disse infine, affondando le sue zanne nel morbido collo di Volpe Grigia.