06 aprile 2006

Capitolo I : Le condoglianze della città (prima seduta 29/03/2006 - seconda parte)

“Ora basta”
La voce di Markus ruppe il silenzio in cui il branco era caduto.
“Dobbiamo seppellirlo, e pensare…”
“Seppellirlo?” il giovane Sergej si alzò di scatto.
“E dove? Magari lo incementiamo in qualche pilastro, come fanno i tuoi amici?”
“Il tuo sarcasmo è decisamente fuori luogo” disse Rosana, asciugandosi l’ultima lacrima
“La situazione è molto grave. Alexander mancava già da un mese, e in cuor nostro sapevamo già che era accaduto qualcosa di brutto. Lui ha avuto la forza di tornare a casa, di tornare e di farci il suo ultimo regalo…”
“Di che stai parlando…?” Grigor intuì qualcosa, nella voce di Rosana
“Sto parlando del suo lascito, del suo vero dono. Della sua eredità.”
“Si, dai usa ancora qualche sinonimo, invece di dirci di cosa si tratta, sono curioso…” Sergej era visibilmente contrariato dai giri di parole che Rosana era solita proporre nei suoi discorsi.
“Sto parlando del Locus. Il nostro Locus è cambiato. Immediatamente dopo la morte di Alexander.”
“Cambiato?” chiese Anya, che nel frattempo aveva disposto in modo rispettoso la salma di Alexander, con il braccio destro sul cuore e l’occhio chiuso.
“Esatto, c’è…qualcosa…intorno. Lo posso vedere in questo momento”
“E cosa c’è?” la voce di Grigor intrisa di speranza.
“Una forza di spirito…un corpus in formazione, e il Locus si è ingrandito, la sua influenza ora è maggiore…e maggiore è la sua attrazione.”
“Questo potrebbe anche essere un male” Markus scansò Sergej e si diresse al corpo di Alexander “Francamente, quello che mi interessa ora, è trovare chi ha fatto questo, e fargli capire quanto la cosa non mi sia andata per niente giù…”
“Markus!” ringhiò Rosana “non ti azzardare a parlare di vendetta davanti al suo corpo!”
Markus rimase impassibile, gli occhi fissi su Alexander
“Anya, chiudi il locale . Grigor…porta il taxi nel vicolo. Sergej aiutami” e dicendo questo prese la salma per le spalle, mentre Sergej lo aiutava prendendola per i piedi.
“E sentiamo, dove lo porteresti?” chiese Rosana
“Nella Neva. La Neva sarà la sua tomba.”

Pochi minuti dopo erano tutti pronti, nel vicolo del B.I.T.E.. Grigor attendeva, il motore acceso al minimo, mentre Anya faceva da palo all’uscita sulla strada principale. Rosana guardava la scena dalla finestra della sua camera, al primo piano dello stabile del B.I.T.E. mentre Markus e Sergej stavano per caricare il corpo di Alexander nel bagagliaio del Taxi.
Ma per quanto attenti e pronti a qualunque evenienza rimasero stupiti dall'apparizione di un uomo, nel fondo del vicolo. L'uomo era fermo, un lungo soprabito scuro lo avvolgeva, e in testa portava un cappello a tesa larga. Si mosse verso di loro, con passi pesanti e ben calcolati, quasi il suo corpo fosse rigido alle giunture. Ma fu proprio quella camminata a far capire al branco di chi si trattava.
"Ma che diavolo ci fa qui...?" si chiese Markus, adagiando con calma il corpo di Alexander sul terreno.
"Porto le mie condoglianze, ai cuccioli rimasti orfani." La voce roca e profonda e il viso di asfalto, con alcuni ciuffi di erba tra le crepe, tolsero ogni dubbio. L'uomo era Dolstoy, lo spirito della città vivente.
"Dolstoy, ci mancava lui" Sergej si portò le mani alla testa e guardò in cielo.
"Sempre lieto di rivederti, Sergej, ancora problemi con le prese elettriche del tuo appartamento?" un sorriso stentato fu l'unica risposta.
"Dolstoy, siamo lieti della tua presenza" esordì Grigor, uscendo dal Taxi "Accettiamo le tue condoglianze."
Dolstoy si avvicinò, con la sua tipica camminata, sino al corpo di Alexander
"Umpf, come ti sei fatto conciare Alex." il ringhio di Markus riecheggiò per tutto il vicolo.
"Io, non lo ripeterei, fossi in te..."
"Calmo, cucciolo. Io e il papà eravamo d'accordo per questo."
"D'accordo?"
"Mi ha fatto promettere che, se gli fosse accaduto qualcosa, io avrei dovuto disporre del suo corpo."
"Lui, ti ha detto questo?"
"Ti stupisce così tanto? Forse ti sfugge il dettaglio che eravamo amici, per quanto uno come lui possa essere amico di uno come me..."
"Dolstoy" Rosana uscì dalla porta del B.I.T.E. "Ti ringrazio sinceramente per quello che farai"
"Fosse per me ve lo farei pure gettare nella Neva, ma si da il caso che io sia uno di parola."
"Dove lo porterai?"
"Nel luogo dove tutti voi potrete vederlo, e da dove lui potrà sempre vegliare su di voi"
"Ah, fantastico. Addirittura sulla Luna?" ribattè scherzoso Sergej.
Dolstoy prese in braccio la salma di Alexander, guardò uno ad uno i membre del branco e poi si girò. I suoi passi erano pesanti, e a poco a poco l'asfalto sotto di lui incominciò a cedere, ma non per via del peso, era come se l'asfalto lo stesse avvolgendo, portandolo al suo interno.
"Lo porterò nella cupola d'oro della cattedrale. E' il luogo dove solo le persone più pure possono riposare. Vostro padre era puro, molto più di quanto lo fossero i suoi assassini."

Il branco rimase a guardare Dolstoy, mentre lui si inabissava nell'asfalto assieme ad Alexander.
Di li a poco una nuova alba sarebbe sorta sulla città di Sanpietroburgo, e il primo ad essere baciato dai suoi raggi, sarebbe stato proprio Alexander.